Una storia di violenza inaudita durata due anni: un uomo di 43 anni obbligava la fidanzata a subire atti sessuali davanti la finestra aperta affinché tutti potessero vederla. Umiliazioni e pestaggi all’ordine del giorno
Ha subito ogni tipo di umiliazione, non solo verbalmente ma anche fisicamente. Il racconto di violenze e abusi sessuali confessato da una donna è drammatico. Per oltre due anni è stata obbligata dal proprio compagno ad avere rapporti intimi davanti a tutti. Costretta a fare sesso pretendendo che la finestra dell’abitazione restasse aperta affinché “gli estranei potessero assistere“.
Per i pubblici ministeri l’uomo l’avrebbe anche aggredita sferrandole calci che le hanno causato lesioni, tra cui una contusione del setto nasale e un trauma cranico. E non solo, le orrende frasi gridate contro la vittima: “se mi fai passare i guai ti faccio sparire. Te la farò pagare”.
L’aggressore è uno steward addetto alla sicurezza di eventi. Di origini romane, l’uomo di 43 anni è attualmente sottoposto a divieto di avvicinamento finendo a processo. Accusato del reato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni.
43enne obbligava la fidanzata ad avere rapporti sessuali davanti la finestra di casa: umiliata e pestata per due anni
Secondo i pm il 43enne “maltrattava la compagna sottoponendola ad atti di violenza fisica, morale e psicologica colpendola, umiliandola e offendendola, inveendo contro di lei e lanciandole oggetti”. Secondo il tribunale, gli abusi subita dalla donna sono avvenuti dal 2014 al 2016 nella zona di Vitinia (frazione di Roma).
In modo particolare tra il 2 settembre e il 6 settembre dell’ultimo anno (2016), l’aggressore (allora compagno della vittima) l’avrebbe anche seguita e minacciata. Mentre, secondo la tesi esposta dall’avvocato Massimo Titi, difensore dello steward accusato, la donna avrebbe continuato a cercare l’uomo anche dopo il divieto di avvicinamento: “lei lo andava a cercare a casa, in palestra e a lavoro “.
Ma ieri mattina i giudici si sono riuniti in camera di consiglio per deliberare. La decisione definitiva e, dunque, il conseguente verdetto del collegio di primo grado è arrivato intorno all’ora di pranzo. Il 43enne dovrà scontare una condanna a sei anni di reclusione per violenza sessuale aggravata.