Racconto choc di Salvatore Sedita, reo confesso e figlio della coppia di Racalmuto uccisa a colpi di mannaia lo scorso 13 dicembre.
Salvatore Sedita, 66 anni, e Rosa Sardo, 62, sono stati trovati in un lago di sangue nell’appartamento di una delle palazzine di alloggi popolari di via Rosario Livatino. E’ stata una delle figlie a trovare i corpi dei genitori.
Gli investigatori dopo aver trovato i coniugi in una pozza di sangue, assassinata con una mannaia da macellaio, si sono subito indirizzati sul figlio, il 34enne Salvatore Sedita. Nelle scorse ore il ragazzo, che ha confessato l’omidicio, ha rilasciato una coffessione che ha sconvolto gli investigatori.
Un racconto dell’orrore quello effettuato dal 34enne confessato davanti al Gip del tribunale di Agrigento. Dopo esser stato sottoposto ad alcune terapie di natura psichiatrica, l’uomo è apparso più lucido e ha ricostruito quanto accaduto.
Coniugi uccisi, la confessione del figlio: “Ho continuato anche quando ho capito che erano morti”
All’origine del massacro, secondo quanto lui stesso ha detto al gip, ci sarebbero i contrasti con i genitori che, a suo dire, non l’avrebbero accettato e avrebbero persino minacciato di buttarlo fuori di casa.
“Ho colpito prima mia madre con la mannaia…gliel’ho conficcata nel collo…Ho continuato anche quando ho capito che erano morti“, ha detto il 34enne. “Quando ho capito che non respiravano più ho inferto altri colpi” ha aggiunto l’uomo.
Il procuratore facente funzione Salvatore Vella ha chiesto un incidente probatorio per accertare le condizioni psichiatriche dell’uomo che, secondo quanto sostenuto dal suo difensore, era in cura già da diversi anni per problematiche psichiatriche.
Salvatore Sedita nel corso della confessione ha anche accusato il padre di non averlo voluto più accompagnare a Canicattì per sottoporsi alla somministrazione di un importante farmaco. Il gip deciderà nelle prossime ore con la richiesta di convalida del fermo quale misura da applicare. Sia la procura che la difesa chiedono comunque che venga collocato in un reparto di psichiatria.