Il caro energia ha inevitabilmente delle ricadute sul riscaldamento domestico: cosa emerge e perché viene imposta la temperatura di 19 gradi. Ci sono rischi per la salute? Tutti i dettagli.
Il nuovo decreto guarda direttamente al risparmio energetico, con tanto di temperatura per la casa fissata a 19 gradi. Alcuni parlano di termometro per le abitazioni troppo basso, ma sarà così? A tal proposito è intervenuta l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha spiegato tutto nel dettaglio.
In realtà, infatti, la situazione è ben diversa da quella delineata dai più pessimisti. Abbassare la temperatura di casa, rispetto a quanto non fatto nel passato, avrebbe degli effetti maggiormente positivi anche per la salute.
L’Oms afferma che durante le stagioni fredde, infatti, la temperatura di circa 18 gradi potrebbe far stare meglio. Diciotto gradi è infatti la temperatura ideale anche per chi vive in casa, a prescindere da chi stia in movimento, così come chi lavora o studia. Anche durante la notte, infatti, la temperatura non dovrebbe mai superare i 20 gradi, per giunta 15-16 gradi non sarebbe comunque male.
E anche in questo caso l’alimentazione, l’umidità, la circolazione dell’aria e l’abbigliamento sarebbero fattori significativi per il freddo. Come se non bastasse, inoltre, la camera da letto dovrebbe avere una temperatura più bassa rispetto alla stanza in cui si mangia.
Di fatto, quindi, 19 gradi sono da decreto la temperatura ideale per vivere il clima fresco e non più secco. Effettuare corretta areazione e la temperatura delle pareti sarebbero altre indicazioni da seguire. Proprio un maggior caldo in casa, di conseguenza, sarebbe per l’Oms fonte di problemi di salute come pelle secca, tosse, occhi irritati e mal di testa.
Aprire le finestre per qualche minuto più volte al giorno, indipendentemente dalla temperatura, consente di migliorare la qualità dell’aria interna. Ovviamente tutto cambia quando si ha a che fare con case al cui interno vivono persone fragili e bambini piccoli. Mai come in questo caso, infatti, trascorrere l’inverno in un’abitazione non riscaldata a dovere significa esporsi ad una serie di malattie infettive alle vie aeree, alcune anche fatali come infarto, ictus e molto altro. Altro discorso importante è mantenere l’umidità in casa fra il 40 e il 60%.
A rischio ci sono infatti bambini e over 65 con patologie cardiache o respiratorie, ma anche chi soffre di problemi neurologici, psichiatrici, diabete e disturbi di natura motoria. A parlarne su Il Messaggero è il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna.
“Una riduzione del riscaldamento casalingo come quella prevista per legge non dovrebbe comportare ripercussioni a livello cardiovascolare perché si traduce in un aumento della pressione non significativo. Attenzione però agli anziani fragili, soprattutto se allettati“, ribadisce Sesti.
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