Era attesa per oggi la valutazione della Commissione Ue sulla Legge di Bilancio e puntuale è arrivata. Bruxelles, dunque, promuove l’Italia ma con qualche riserva. Ci sono dei punti, infatti, che non sono in linea con le direttive ma nel complesso può essere approvata. Ci dovranno essere degli aggiustamenti, soprattutto su alcuni nodi che proprio non piacciono all’Ue. A Free.it l’economista Giuseppe Berta.
Le pensioni, il superbonus, l’utilizzo del contante. Sono questi alcuni dei punti critici che Bruxelles ha segnalato nella manovra di bilancio 2022/2023. E poi, secondo la Commissione, mancano progressi per quanto riguarda la parte strutturale. Ci sono ancora alcuni punti che la stessa maggioranza deve sciogliere, con alcune richieste di partito che vanno in direzione differenti. Però il tempo, ormai, è poco. Dunque, quali sono i punti deboli? E cosa succede ora?
Come vede questa risposta di Bruxelles alla manovra?
“Onestamente non mi aspettavo una risposta diversa. Era abbastanza scontato che Bruxelles rispondesse che più o meno va bene, ma che ci sono delle criticità. D’altronde, noi economisti l’avevamo già detto che così com’è stata pensata, c’erano dei nodi che la Commissione non avrebbe potuto approvare. Bruxelles deve avere una certa posizione per difendere le cose consuete. La commissione ha promosso parzialmente e nello stesso tempo, non ha voluto concedere un avallo
Secondo lei quali sono i punti critici di questa manovra?
“Beh, sicuramente l’innalzamento del tetto per le transazioni in contanti da 2 a 5mila euro nel 2023 non è ben vista. Così come la misura che prevede la cancellazione dei debiti inferiori ai mille euro. A Bruxelles non piace particolarmente nemmeno la proroga dei regimi pensionistici anticipati e scaduti alla fine di quest’anno. Diciamo che questa manovra non ha una visione strategica, completa e coerente. Ci sono dentro misure di reazioni ai tempi che stiamo vivendo. Non ha in sé elementi di grossa novità, come dicevo prima. Nello stesso tempo, però la Commissione ha sottolineato che, nel complesso, è in linea con gli orientamenti di bilancio”.
Gentiloni ha commentato positivamente il giudizio di Bruxelles…
“Sì, chiaramente è un buon segnale ma non dimentichiamoci che l’indicazione è quella di rivedere certi aspetti. Non è un caso che il governo stia già facendo parziale marcia indietro sulla questione del pagamento in contanti. Erano partiti da un minimo di spesa di 60 euro da pagare in contanti, ora già siamo a 40. E non escludo che la soglia possa ancora abbassarsi. E’ chiaro che l’Italia non ha saldo il controllo della spesa e dunque le autorità europee non fanno altro che mettere in evidenza come questo sia un punto di debolezza che deve essere modificato, tenuto sotto osservazioni. Non ci sono sintomi di novità.
Nel complesso, comunque, ritengo che la Meloni abbia ragione quando dice che è un riconoscimento del lavoro del governo. Vedremo che aggiustamenti hanno in programma di fare. La strategia italiana va sempre nella direzione di contemplare tutti i punti essenziali della commissione, senza trascurare gli interessi italiani. E’ sempre andata così”.
Quindi, secondo lei queste raccomandazioni saranno accolto o si andrà allo scontro con Bruxelles?
“Saranno accolte, ma parzialmente. Allo scontro frontale io non credo tanto. Non è neanche interesse della Meloni è andare a sollecitare gli animi con una tensione internazionale. Dall’altro lato, però, c’è sempre questo tentativo di sottrarsi e di guadagnare una posizione di autonomia dell’Italia. Perciò, si tratta sempre di un gioco su due livello, nel tentativo di accontentare un po’ Bruxelles e un po’ gli interessi italiani”.
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