Quali sono stati i movimenti fatti dal Killer di Fidene la scorsa domenica? Come si è mosso Claudio Campiti? Chi ha ucciso per prima tra le sue vittime? La ricostruzione della sparatoria nel decreto di fermo dell’uomo.
L’orrore è ancora negli occhi di chi, la scorsa domenica mattina era in quella sala privata di un bar a Fidene, quartiere a nord della Capitale, dove Claudio Campiti è entrato con l’intenzione di fare una vera e propria strage.
Ma la pistola che si inceppa e il gesto eroico di uno dei presenti a quella fatale riunione di condominio, impediscono al Killer di compiere una vera e propria carneficina. C’erano intenzioni e munizioni sufficienti perchè Compiti portasse a termine una strage.
Il bilancio si sa, è comunque drammatico: 4 donne hanno perso la vita, l’ultima ieri, Fabiana. Poi ci sono i sopravvissuti ancora sotto shock mentre le domande, le ricostruzioni, le indagini restano ancora tantissime. Il tassello sulla pistola è stato messo al suo posto, e sotto sequestro è finito il poligono dal quale l’assassino domenica mattina è andato via, portandosi via indisturbato l’arma che ha sparato e ha ucciso.
Claudio Campiti è accusato di quattro omicidi e tre tentati omicidi. Ed ora nel decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica, è possibile conoscere la dinamica della mattanza: a cominciare da quando il 57enne di Ascrea si avvia verso il poligono fino ad arrivare in quella sala in cui ha ammazzato per prima Sabina Sperandio. Poi è toccato a Nicoletta Golisano. Cosi scrive oggi il Messaggero. Ma il killer non si è fermato e ha colpito mortalmente anche Nicoletta Silenzi. Ieri è morta anche Fabiana, l’ultima delle vittime.
Claudio Campiti intorno alle 9 con la sua Ford Ka aveva prima raggiunto il poligono di Tor Di Quinto, poi dopo mezz’ora circa era andato in via Colle Gilberto, dove era in corso l’incontro dei condomini del consorzio Valleverde. Al poligono fa la richiesta precisa “una Glock calibro 45 che aveva già operato in passato”. Poi però sulla linea di tiro non viene visto. La testimonianza, sempre secondo quanto scrive il Messaggero, è contenuta anche in questo caso nel decreto di fermo.
Intorno alle 9.30 dunque Campiti è nel gazebo del bar “il posto giusto”; chiude la porta, con sè aveva la pistola, un caricatore con 13 colpi, un secondo caricatore e altre 155 cartucce; un coltello a serramanico e un pugnale sub da 28 centimentri. Un uomo con un arsenale tale da ammazzare, non solo sparandogli, decine di persone se ne avesse avuto ancora modo. Per fortuna i fatti non sono andati fino in fondo come il killer aveva premeditato. Dentro la sala, Campiti va dritto verso il tavolo del direttivo e dice “vi ammazzo tuti”. Da quel momento in poi comincia subito a sparare.
Dopo aver ucciso le quattro donne, il killer va avanti e ferisce la presidente del consorzio Brunella Marelli e Fabiana de Angelis. Poi arriva il momento che determinerà il cambiamento della vicenda e arginerà i confini di questa folle tragedia. Silvio Paganini infatti “si lanciava contro il Campiti nel tentativo di disarmarlo, ma questi girava il polso verso di lui e spara altri colpi, ferendolo al volto. Nonostante ciò Paganini riusciva a far cadere in terra il Campiti, per cui intervenivano altri presenti, riuscendo a bloccarlo e a disarmarlo”. Scrive ancora il Messaggero rispetto al decreto di fermo.
Campiti, stando a quanto scritto dal magistrato, “ha fatto ingresso nel dehor del bar con la precisa finalità di ammazzare i componenti del consiglio di amministrazione del Consorzio Valleverde”. Il killer voleva uccidere tutti.
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