La scomparsa di Emanuela Orlandi è un altro mistero che va avanti ormai da oltre 40 anni. In una lettera Mehmet Ali Agca, l’uomo che sparò contro Papa Giovanni Paolo II, lancia pesanti accuse.
Nuove accuse pesanti quelle rilanciate da Ali Agca contro il Vaticano. Il cittadino turco tentò di uccidere Papa Giovanni Paolo II nel 1981, a distanza di anni emerge un commento su una vicenda dai tanti misteri e ancora tutta da chiarire. Il presunto rapimento di Emanuela Orlandi avvenne nei primi anni Ottanta, da quel momento in poi non si seppe più nulla.
Le parole dell’uomo accendono di nuovo le polemiche per una scomparsa di cui non si sa più nulla dal 22 giugno 1983. Uno dei misteri più conosciuti torna così alla ribalta grazie anche a Vatican Girl, serie Netflix che ha riportato alla luce un caso alquanto dibattuto e controverso.
Emanuela Orlandi, la versione di Mehmet Ali Agca
Secondo l’uomo che attentò alla vita del Santo Padre, il rapimento di Emanuele Orlandi “fu deciso dal Governo vaticano e la ragazza è stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio“.
Una lettera inviata da Agca è indirizzata al fratello della giovane ragazza scomparsa nel 1983 dallo Stato Vaticano. Di lei non si ebbero più notizie. Intanto Pietro Orlandi avrebbe parlato di una testimonianza attendibile, non trascurando però tutte le ipotesi. A riportare la notizia è il Corriere della Sera.
Le parole dell’uomo analizzano anche un altro caso di sparizione, stesso episodio che avvenne poco prima. Il 7 maggio 1983 scomparve a Roma Mirella Gregori, ragazzina di 15 anni che non rientrò più a casa. Agca lancia gravi accuse al Vaticano per i destini di entrambe le due giovani.
“I rapimenti di Emanuela e di Gregori furono decisi dal Governo vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio segreto vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei servizi vaticani”, si legge nella lettera scritta da Ali Agca.
Proprio sul fronte dei sequestri, infatti, Agca rilancia nuove accuse e parla di un movente, con tanto di citazione di Papa Giovanni Paolo II, scomparso il 2 aprile 2005. “Papa Wojtyla credeva profondamente nel Terzo Segreto di Fatima e credeva anche nella missione che Dio gli assegnava, ovvero la conversione della Russia“, continua l’attentatore del Santo Padre che ora si trova libero a Istanbul dopo decenni di carcere fra Turchia e Italia.
Il commento di Pietro Orlandi
Lo stesso Pietro Orlandi, fratello della giovane Emanuela scomparsa nel 1983, ha rilasciato alcune dichiarazioni, confermando di aver ricevuto la lettera da parte di Ali Agca. L’uomo ha altresì dichiarato di aver incontrato nel 2010 a Istanbul, registrando la conversazione durata 27 minuti.
“L’ho registrata per farla sentire a mia madre. Ci sono aspetti della sua ricostruzione che possono avere un senso e una loro logica, ovvero il fatto che il rapimento di Emanuela vada collocato nell’ambito di un momento molto complesso della Guerra Fredda“, ribadisce.
Nessuna ipotesi da escludere e tutto messo in discussione. “Mi devo attenere alle evidenze concrete che possono emergere, non escludendo alcun filone d’indagine. La pista dei giochi erotici non va anch’essa esclusa. Agca mi ha parlato di un certo padre Lucien, colombiano dell’Opus Dei, incontrato anche 3 anni fa in Turchia. Agca mi ha detto: a Villa Tevere qualcuno ti può aiutare. Io all’epoca non sapevo nemmeno cosa fosse, che si trattasse della sede centrale dell’Opus. Forse c’è un legame tra le varie piste“, ha ribadito Pietro Orlandi.