Quota 103, la manovra sul pensionamento nella Legge di Bilancio mette in allarme Giorgia Meloni: lo scetticismo di Confindustria.
Quota 103 tiene banco sulla scena politica: la scelta dei prepensionamenti non convince le opposizioni, ma quel che fa discutere è l’allarme lanciato da Confindustria: Carlo Bonomi parla di spese ulteriori senza effettivo ricambio di forza lavoro. “Gli effetti devastanti di questa scelta li abbiamo visti con quota 100, ma stavolta ci sarebbe un disavanzo di 3 miliardi”.
Aspetto che non solo non va a genio ai vertici, ma indispettisce anche le industrie che sarebbero già sul piede di guerra per via del tetto contante. Il rischio è che il consumatore possa trovare altre strade favorendo il commercio online. La situazione è complessa, ma sempre di lavoro si tratta: diverse sfaccettature, stessi problemi.
Quota 103, la situazione è tesa: allarme di Confindustria
Il tempo stringe. Il testo approvato della Legge di Bilancio entra nella sua fase più critica: si dovrà votare la fiducia su determinati emendamenti e i partiti di opposizione sarebbero pronti a sfilarsi in massa. Anche gli esponenti del Terzo Polo, convinti delle parole di Bonomi, potrebbero fare le barricate: il rebus pensioni, così, si staglia tra l’emendamento Lotito e la questione contanti.
Difficile al momento trovare una quadra, ma per Meloni la prova del nove arriva adesso. Il primo vero confronto dopo tante promesse, in parte mantenute con la volontà di far leva su certi temi, arriva il momento della mediazione. Terreno dove il Governo dimostra qualche difficoltà anche agli occhi dell’Europa: per questo la situazione pensioni non complica le cose solo all’Italia. O c’è compattezza, oppure si dovrà ricominciare da capo: Meloni e i suoi provano a fare scudo. Coesione, lavoro e volontà. Tre punti con altrettanti sospesi da colmare a stretto giro.