Palazzo Europa al centro del ciclone, con lui il il gruppo socialista. In particolare nella sua componente italiana. E’ quello che pensano gli inquirenti sullo scandalo delle presunte mazzette dal Qatar.
E’ forte la tempesta che avvolge il Parlamento Europeo. A farla esplodere ci ha pensato il quotidiano belga Le Soir, portando alla luce un vero e proprio scandalo che ci parla di soldi, presunta corruzione, influenze politiche.
Nell’occhio del ciclone il gruppo socialista, in particolar modo nella componente italiana. Secondo le informazioni raccolte dagli inquirenti fino a questo punto.
Ma facciamo il punto della situazione rispetto alle accuse e soprattutto ai fermati, con le relative perquisizioni che sono scattate nella giornata di ieri. Per chi conduce le indagini il filo conduttore porterebbe direttamente dal Qatar, dove sono ancora in corso i mondiali di calcio, al nostro Paese. 5 Le persone fermate, 4 appunto sono italiane. Due di queste nella vicenda ricoprirebbero una posizione preminente. Si tratta come scritto e riportato da tutti i quotidiani di Antonio Panzeri e Luca Visentini.
Panzeri è un ex parlamentare europeo del gruppo socialista, che aveva lasciato il Pd per aderire ad Articolo 1; Visentini è il segretario della Confederazione mondiale dei sindacati e già capo della Confederazione europea. Questi invece gli altri 2 nomi italiani: Francesco Giorgi, assistente parlamentare dei Socialisti, e Niccolò Figà-Talamanca, della Ong No Peace Without Justice. Poi nella serata di ieri, dopo che la notizia della presunta corruzione di palazzo aveva fatto il giro del web, viene fuori il coinvolgimento di un’altra figura. Un nome clamoroso, quello della vicepresidente del parlamento europeo, la greca Eva Kaili, immediatamente sospesa sia dal gruppo socialista che dal Pasok.
Sulla lista rossa degli investigatori anche la moglie e la figlia di Antonio Panzeri. Sono state arrestate a Bergamo sulla base di un mandato di cattura internazionale. Nelle prossime 48 ore, a Bruxelles tutti i nomi fermati o comunque coloro che sono finiti nella rete degli investigatori, verranno ascoltati e interrogati. Da capire se i fermi verranno convalidati e trasformati in arresti. La legge dice che e per i parlamentari in carica vale il principio dell’immunità.
L’accusa però è di quelle che fanno tremare i polsi dei politici e della politica. Non solo quella di fatto raggiunta dall’inchiesta: corruzione legata all’organizzazione dei mondiali di calcio in Qatar. Sostanzialmente il Paese ospitante il mondiale di calcio, avrebbe tentato di ammorbidire alcune posizioni, per fare in modo che le critiche sulla mancanza di applicazione dei più basilari diritti civili, fossero meno aspre dalle parti del Parlamento Europeo.
Inizialmente la procura federale belga aveva evitato di diffondere nomi e dettagli che facessero identificare, e le persone coinvolte e il Paese che avrebbe messo in piedi questa operazione di tentata corruzione. Ma è stato evidentemente inevitabile che la bolla scoppiasse. Anche perchè stando alle prime indagini, non sarebbe escluso che nel probabile giro di soldi e regali, si possa configurare anche il reato di “riciclaggio di denaro”. Durante le perquisizioni nella giornata di ieri la polizia ha sequestrato diversi documenti, anche negli uffici dell’Europarlamento, e soldi in contanti: 600 mila euro. “Si tratta di una operazione – ha spiegato la procura federale belga – che ha preso di mira in particolare gli assistenti parlamentari che lavorano all’interno del Parlamento europeo”.
A tal proposito si deve ricordare come poco meno di 20 giorni fa, durante un dibattito parlamentare a Strasburgo, sia stata votata una risoluzione di censura del Qatar in difesa dei diritti civili in quel Paese. L’intervento di Eva Kaili, aveva suscitato diverse perplessità- Queste furono le sue parole “La Coppa del mondo in Qatar è la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un Paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo”. Ma la vicepresidente non si era limita solo a questa frase di per sè opinabile, aveva anche aggiunto “Il Qatar è all’avanguardia nei diritti dei lavoratori”.
Tornando invece ai nomi eccellenti italiani coinvolti in questo tsunami politico: Antonio Panzeri risulta abbia ancora una casa a Calusco d’Adda, nella Bergamasca di cui è originario. Qui sarebbero state rintracciate la moglie, Maria Colleoni, 67 anni, e la figlia Silvia, 38. Le donne si trovano ora in carcere a Bergamo, in attesa dell’udienza di convalida. Panzeri è stato eurodeputato per tre mandati, dal 2004 al 2019; è stato eletto all’Eurocamera nella lista Uniti nell’Ulivo ed è stato riconfermato a Strasburgo alle Europee del 2009. Nel 2014 è stato eletto eurodeputato una terza volta, nelle liste del Pd ma nel 2017 ha lasciato i Dem per aderire ad Articolo I.
Luca Visentini invece è stato punto di riferimento dei sindacati europei. Dalla Uil all’elezione a segretario confederale della Etuc, l’European Trade Union Confederation, ovvero la confederazione dei sindacati europei. Nel 2015 è stato eletto segretario generale, sempre della Etuc e nel 2019 è stato riconfermato. Il suo addio all’Etuc, risale a poco tempo fa.
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