Da omicidio stradale a omicidio volontario. Sul giallo della morte di Alessia Sbal, la 42enne morta sul Grande Raccordo Anulare di Roma, potrebbe arrivare a breve la svolta. Determinanti le chiamate al 112 e il racconto di un testimone
Sin dal primo istante, amici e familiari di Alessia Sbal, la donna di 42 anni che ha perso la vita sul Grande Raccordo Anulare di Roma, non hanno creduto alla tesi dell’incidente.
Troppi elementi facevano pensare che Alessia avesse avuto la nitida sensazione di andare incontro ad un destino fatale e irreversibile. Poi gli appelli della madre, della sorella e di una delle migliori amiche di Alessia lo scorso mercoledì durante la trasmissione di Rai3 Chi l’ha visto, hanno non solo scosso l’opinione pubblica, ma anche indicato una via precisa.
E oggi, o comunque a breve, tutti gli elementi raccolti da chi amava Alessia ma anche da chi ha avviato la fase investigativa, potrebbero trovare una collocazione ben definita. E il puzzle sul giallo della giovane donna romana, potrebbe essere composto. Risale alla giornata di ieri infatti che un testimone avrebbe raccontato di quella sera, sul GRA della Capitale. Un tir avrebbe speronato la Panda della vittima. E poi quelle telefonate al 112, in entrata e in uscita, già ricordate sopra, potrebbero servire a trasformare l’accusa da omicidio stradale a omicidio volontario.
Alessia Sbal, potrebbe arrivare la svolta nel giallo. Chi l’ha investita potrebbe essere accusato di omicidio volontario
Fondamentale, a questo punto delle indagini, diventa però la testimonianza, come riportato anche dal quotidiano La Repubblica, del cameraman Paolo Piccini. Lui avrebbe assistito al tamponamento, ma avrebbe anche dichiarato che subito dopo la Panda di Alessia sarebbe andata davanti al camion con l’intenzione di farlo fermare. A quel punto sia il tir che la vettura avrebbero accostato sulla corsia di emergenza. Stando alla ricostruzione dei tabulati delle chiamate al numero di emergenza unico, Alessia avrebbe inoltrato la prima chiamata. La telefonata è di pochi secondi. La linea cadrà, poi Alessia verrà richiamata dal 112. Queste sarebbero state le parole della donna “”Dove vai, dove vai? Fermati, fermati, non mi venire addosso”. La linea cade di nuovo.
Il cameraman avrebbe messo in fila quanto quella sera sarebbe successo: la Panda era sulla corsia centrale del Grande Raccordo Anulare, il Tir su quella interna. Il testimone descrive ciò che ha visto “erano molto vicini, quasi accostati. A un certo punto il Tir ha iniziato a andare verso sinistra finendo sulla corsia centrale e sbattendo contro la parte anteriore destra della Panda. Sono volati alcuni pezzi di parafango e fanalino, mi sembra, della Panda”.
Morte Alessia Sbal: il racconto di un testimone e quelle telefonate al 112
Mano a mano che il racconto del cameraman prosegue, la scena prende forma e i contorni sfumati diventano più chiari “Ero accanto alla Panda e ho visto che la donna alla guida era molto arrabbiata dopo lo scontro. Non aveva il cellulare all’orecchio. Ha accelerato di botto, è andata davanti al Tir e ha frenato per farlo fermare“. Per il testimone quella di Alessia sarebbe stata una mossa azzardata. Le macchine in quel momento in transito avrebbero tutte rallentato, ma avrebbero sfilato oltre. Compresa la vettura del testimone, che in quel momento non poteva essere arrestata.
Secondo la ricostruzione dell’edizione romana del quotidiano La Repubblica, Alessia Sbal quindi sarebbe scesa dalla propria auto, avrebbe indossato il giubbotto catarifrangente. La Repubblica stringe poi sul dettaglio delle telefonate: nella prima la vittima afferma “Ho avuto un incidente con un camionista, venite qui”. In sottofondo sottofondo si avvertirebbe la voce di un uomo alterato che dice “non c’entro niente, non sono io”
La telefonata in questione, telefonata in uscita, parte alle 20,39 e dura 23 secondi, riporta il noto quotidiano. La chiamata successiva invece dura un minuto. Per quello che è intuibile comprendere, il camionista risalirebbe sul mezzo mentre Alessia rimarrebbe sulla carreggiata. Solo a quel punto arriverebbe la inquietante frase pronunciata da Alessia: “Dove vai, dove vai? Fermati, fermati, non mi venire addosso”.
Alessia Sbal, il camionista che l’avrebbe investita si chiama Flavio Focassati
Come detto anche sopra, la linea cadrebbe di nuovo. Seguirebbero altre telefonate. Due non avrebbero però ottenuto risposta. Una quinta chiamata viene fatta da da un altro automobilista. Queste sarebbero satate le sue parole “Sono qui sul Gra, un camionista ha travolto una donna”.
Come scrive ancora La Repubblica, Il camionista arrestato con l’accusa di omicidio stradale e omissione di soccorso risponde al nome di Flavio Focassati. Sarebbe incensurato e si troverebbe agli arresti domiciliari. Alla polizia l’uomo avrebbe detto di non aver visto Alessia, e che la “donna gli sarebbe comparsa davanti improvvisamente“. Una versione che potrebbe spiegare l’idea che in queste ore si sarebbero fatti gli investigatori: ovvero che nell’incidente sono coinvolti due mezzi pesanti. Uno avrebbe urtato la Panda, l’altro avrebbe investito la povera Alessia. Ora andrebbe capito, chi potrebbe essere l’altro autista. Perchè le parole di Alessia al 112, ma anche al telefono con la sua amica, restano scolpite nella mente di chi voleva per lei un futuro lungo e meraviglioso.