La Procura di Milano ha aperto una inchiesta dopo le espressioni di odio su internet nei confronti di Liliana Segre. Tra i profili coinvolti anche Chef Rubio, che ha puntato il dito contro la senatrice a vita perché a suo dire colpevole di silenzio sulla questione palestinese.
A tenere banco in questi giorni è sicuramente la polemica innescata online, ma sfociata nelle aule del Tribunale di Milano, sul caso di minacce e diffamazione aggravata nei confronti di Liliana Segre. La senatrice ha deciso di rivolgersi alle autorità a seguito delle spregevoli espressione che gli hater le hanno indirizzato.
Sulla vicenda è intervenuto anche il console onorario di Israele, Marco Carrai. Il funzionario ha preso le difese della donna, stigmatizzando gli ignobili atti rivolti e rivolgendosi allo chef Rubini: “Impari la storia prima di ascoltare sionismo e fascismo”.
La denuncia di Liliana Segre
Depositate le 24 denunce contro gli autori di espressioni di odio nei confronti di Liliana Segre, sia sui social che via mail. Assistita dall’avvocato Saponara, si apprende che la senatrice abbia deciso di agire in tal senso dopo un lungo percorso di sopportazione. Del caso se ne stanno occupando il pm Nicola Rossato e il procuratore Marcello Viola. Delegati alle indagini sono invece i carabinieri, che dovranno identificare uno per uno gli utenti che hanno agito dietro falsi profili. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti gli insulti e le espressioni di cui si sono resi autori gli odiatori. Tuttavia per i nomi in gioco, la vicenda ha assunto rilevanza anche mediatica.
Gabriele Rubini: nuovo affondo a Liliana Segre
Gabriele Rubini, meglio noto come Chef Rubio, aveva attaccato la senatrice pubblicando su Twitter questo messaggio: “Sionismo = mafia, genocidio, pulizia etnica, occupazione, colonialismo, apartheid, razzismo, fascismo, suprematismo”. Inoltre dopo aver appreso di essere tra i destinatari della denuncia, non ha mollato la presa incalzando con un ulteriore post: “Chiedere a Liliana Segre di denunciare i crimini della colonia d’insediamento israeliana e dell’esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all’odio?”. Infine la chiosa: “I silenzi di parte sono odio, non chi resiste”. Nel tweet presente anche una bandiera palestinese e due dita alzate simbolo di vittoria.
Le reazioni dopo le minacce aggravate alla senatrice
Ovviamente le reazioni sono stati numerosissime. Tra queste quella del console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, Carrai. L’uomo ha voluto precisare il suo pensiero ricorrendo all’uso di parole inequivocabili. “Basterebbe che Chef Rubio, non avendo tempo perché impegnato a cucinare, aprisse Google dove alla prima notizia appare: sionismo = movimento politico e ideologia volti alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina (da Sion, nome della collina di Gerusalemme ).
Ancora il console ha ricordato le persecuzioni naziste e a differenza dei tatuaggi di Chef Rubio, come quello di Liliana Segre sul braccio sia un numero. Poi ha proseguito precisando: “Perché a coloro che andavano nei campi di sterminio come massimo livello di odio levavano anche il nome non lo cambiavano in nome d’arte come quello di Gabriele Rubini, in Chef Rubio.”. Da più di tre anni Liliana Segre è costretta a muoversi con la scorta proprio per le continue minacce che continua a ricevere.