Morte Marco Pantani, nuove prove sostengono la tesi dell’omicidio. Aperto un nuovo fascicolo: “Ora la Procura vada fino in fondo”. La famiglia: “Ecco perché siamo convinti che non sia stato suicidio”.
Esistono altre possibili ipotesi sulla morte di Marco Pantani. La relazione della Commissione parlamentare antimafia apre nuovi scenari sulla vicenda che da 18 anni continua a non dare pace a Tonina Pantani, madre del Pirata, trovato in una stanza del residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio 2004.
Lei famiglia non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio o della morte per overdose da consumo di cocaina. E oggi la Commissione guidata da Nicola Morra getta una nuova luce sul caso, lasciando intravedere percorsi mai battuti per arrivare ad una verità diversa rispetto a quella raccontata finora. Perché gli elementi che emergono “dall’istruttoria consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una mera possibilità astratta“.
Anzi, dovrebbero “indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone, eventualmente le ragioni”.
Morte Marco Pantani, il legale della famiglia: “Fu omicidio, la Procura vada fino in fondo”
La Procura di Rimini, nella persona del sostituto procuratore Luca Bertuzzi, ha aperto un nuovo fascicolo, al momento contro ignoti, sulla morte di Pantani. Il caso ha avuto “tanti passaggi, tanti salti in avanti e ritorni indietro”, ha commentato il legale di Tonina Pantani, l’Avvocato Fiorenzo Alessi. Ma, finalmente, dall’enorme quantità di carte esaminate sono emersi “alcuni elementi trascurati dalle precedenti indagini, dei buchi, dei vuoti”.
La famiglia del Pirata ritiene di avere in mano “carte molto buone”: uno spiraglio di luce dopo anni di tormenti “per arrivare a una verità processuale” e restituire a Marco e alla signora Tonina, “verità e giustizia”. Nella relazione presentata dalla Commissione antimafia si parla “anche di irregolarità nel controllo di Madonna di Campiglio, della provetta, dell’errore nella trascrizione dell’orario, nella presenza di personaggi estranei nella stanza alle normali procedure Uci”, spiega l’Avvocato Alessi.
“Tutte cose sacrosante, che purtroppo però, per il genere di reato ipotizzato, si scontrano con l’avvenuta prescrizione – sottolinea il legale – e anche con i principi della riforma Cartabia“. Sono ancora troppi i lati oscuri di una vicenda drammatica ma “sull’omicidio di Marco, perché noi di omicidio siamo convinti si tratti, invece si può andare fino in fondo. E così faremo”, conclude Alessi.