Il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, ha presentato il lavoro svolto dall’Antimafia, e in particolare dal Comitato coordinato dal senatore Endrizzi, sulla vicenda che portò all’esclusione dell’atleta Marco Pantani dal Giro d’Italia.
Dal rapporto emergerebbero “numerose anomalie”. Dal lavoro della Commissione, è emerso che nell’apporre l’etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantirne l’anonimato, essendo presenti altri soggetti, diversi dall’ispettore dell’UCI che avrebbe dovuto essere l’unico a conoscere il numero che contrassegnava la provetta.
Nel giugno 1999 al Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, “diverse e gravi” furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni: lo afferma il presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra.
Il senatore, nelle scorse ore, ha presentato la relazione sul “caso Pantani” effettuata dall’Antimafia. Nello specifico, nell’effettuare i controlli sugli atleti – spiega Morra – non venne rispettato il Protocollo siglato dall’UCI con l’ospedale incaricato di eseguirli.
“E’ stato inoltre accertato – puntualizza Morra – che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle ore 7.46 e non già alle ore 8.50, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per “frode sportiva“.
“Questa grossolana difformità, piuttosto singolare escluse la possibilità che in quel processo fosse valutata l’ipotesi della manipolazione mediante ‘deplasmazione’ del campione ematico“. A conclusione delle indagini portate avanti, l’Antimafia afferma nella relazione che: “Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta“.
E l’ipotesi, per Morra, è ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca – confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare – che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa camorra per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria.
L’inchiesta della Commissione si è anche soffermata su alcune anomalie verificatesi nel corso delle indagini svolte sulla morte del corridore. “L’Autorità giudiziaria accolse immediatamente l’ipotesi dell’accidentalità del decesso, ricondotto all’autoassunzione di sostanze esogene, escludendo del tutto la possibile riferibilità dello stesso ad un’azione omicidiaria“, ricorda Morra.
Ma l’Antimafia ha svolto alcune audizioni che sembrano porre in discussione il quadro probatorio che condusse agli esiti giudiziari. Le dichiarazioni rese in Commissione dagli operatori sanitari che intervennero sul luogo del decesso di Pantani, racconta Morra, hanno escluso la presenza del ‘bolo di cocaina’ rinvenuto poi vicino il cadavere. “La Commissione parlamentare antimafia auspica – conclude Morra – che venga fatta piena luce sugli avvenimenti che videro protagonista il campione di Cesenatico“.
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