Il tetto al contante e l’evasione fiscale sono due argomenti molto dibattuti di recente in Italia: cosa emerge dagli ultimi dati e quali sono le posizioni sulla Manovra del Governo Meloni. Tutti i dettagli.
L’utilizzo del contante è uno degli argomenti che hanno acceso numerose polemiche, specialmente negli ultimi tempi, dopo alcune decisioni di natura politica. Molti ritengono che il problema sia quello della grande evasione, non concentrandosi di fatto su quella che riguarda le piccole somme.
L’idea comune è che ci sia una soglia per il contante la quale non dovrebbe ricevere alcun ostacolo da parte dei pagamenti digitali. Di fatto Bankitalia avrebbe analizzato questo aspetto, pur parlando in termini e più ad ampio raggio. La situazione è un nuovo grattacapo per la maggioranza targata Meloni, ma la decisione non va di pari passo con il volere esclusivo delle banche.
Bankitalia ha di recente tenuto un’audizione al Parlamento italiano proprio per parlare della nuova manovra varata dal Governo guidato da Giorgia Meloni. Bankitalia viaggerebbe di fatto su un doppio canale. Da un lato le misure con 5mila euro come tetto massimo per i contanti e lo stop all’obbligo di accettare pagamenti con Pos sotto i 60 euro, dall’altro invece nuove misure come la flat tax. Proprio quest’ultimo sarebbe di fatto estesa alle partite IVA fino a 85mila euro.
A ribadirlo è Fabrizio Balassone, capo del Servizio Struttura Economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia. L’esperto ne ha parlato durante un’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Le soglie più alte del contante “favoriscono l’economia sommersa“, al contrario invece “dei pagamenti elettronici che permettono il tracciamento delle operazioni, con tanto di riduzione dell’evasione fiscale. I limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione“, commenta Balassone.
La posizione di Bankitalia emerge anche sulla flat tax incrementale che “difficilmente potrà eliminare l’eccessiva concentrazione dei fatturati dichiarati su valori appena inferiori alla soglia. In un periodo di inflazione elevata, la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno a progressività come l’Irpef comporta una ulteriore penalizzazione a chi è soggetto a quest’ultimo“, commenta Bankitalia.
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