Il gup di Roma nelle scorse ore ha rinviato a giudizio Raul Esteban Calderon, ritenuto dai magistrati della Dda di essere l’autore materiale dell’esecuzione di Fabrizio Piscitelli, ultras della Lazio noto come Diabolik.
L’uomo venne freddato con un colpo alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti. Un agguato che per gli inquirenti rappresentò un evento spartiacque nei precari equilibri della criminalità organizzata della Capitale.
Il giudice ha fissato il processo davanti alla Corte d’Assise di Roma al prossimo 23 febbraio. All’individuazione di Calderon si è arrivati anche grazie ad un video di una telecamera di sicurezza, presente a poca distanza dal parco, che ha di fatto ripreso tutte le fasi dell’agguato.
Il killer vestito da runner e armato di pistola calibro nove ha colpito Piscitelli alle spalle, mentre quest’ultimo era seduto su una panchina dell’area verde.
Diabolik, il giudice a rinviato a giudizio Calderon per omicidio volontario aggravato da metodo mafioso
Il giudice ha accusato Calderon di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Nel capo di imputazione i magistrati, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò , ricostruiscono quanto avvenuto in quel torrido pomeriggio di tre anni anni fa.
Calderon ha “cagionato la morte di Piscitelli” colpendolo con un singolo colpo di arma da fuoco. Una azione pianificata e messa in atto da mani esperte. Calderon, mentre stava correndo, ha “rallentato la sua corsa” e ha esploso un colpo a brucia pelo alla testa dell’ex capo degli Irriducibili, storico gruppo ultras della Lazio, uccidendolo sul colpo.
Una azione, scrivono i pm, messa in atto con l’aggravante della premeditazione. Per l’accusa il movente è legato alla guerra interna alle associazioni criminali di Roma mentre nel “415”, atto di chiusura delle indagini, non si fa alcun riferimento ai mandanti dell’omicidio.
Sempre oggi il gup ha disposto il processo per Calderon ed altri per un secondo fatto di sangue: l’agguato mortale ai danni di Shehay Selavdi, ucciso a Torvaianica il 20 settembre 2020. Per questo episodio vanno a giudizio anche Enrico Bennato e Giuseppe Molisso tutti e tre accusati di concorso di omicidio. Nelle indagini dei carabinieri sono coinvolti anche Guido Cianfrocca che ha custodito l’arma utilizzata da Molisso e Luca De Rosa accusato di ricettazione dello scooter utilizzato per il raid. Il procedimento si svolgerà davanti ai giudici di Frosinone e la prima udienza è stata fissata al 20 febbraio.