Lavoravano come medici e infermieri anche se non avevano specializzazioni per farlo. 205 persone trovate irregolari dai carabinieri del Nas dopo un controllo su oltre 1.900 ospedali e Rsa in tutta Italia
Il maxi controllo effettuato lo scorso novembre dai carabinieri del Nas ha portato a una scoperta scioccante in oltre 1.900 strutture pubbliche e private. Personale sanitario tra medici e infermieri in servizio nei reparti di Ginecologia e Ostetricia, così come in diversi pronto soccorso svolgevano il lavoro da professionisti ma senza esserlo realmente.
Medici generici senza nessuna formazione in servizio nei reparti di Ostetricia operavano per i parti cesarei; dottori non specializzati in Medicina di urgenza assegnati ai pronto soccorso. Infermieri e operatori sanitari senza titoli a cui erano affidati pazienti quotidianamente. Insomma, da Nord a Sud le posizioni irregolari segnalate e portate alla luce nella sanità pubblica e privata sono state complessivamente 205.
I controlli dei Nas, in accordo con il ministero della Salute, sono stati eseguiti in strutture sanitarie e socio-assistenziali sia pubbliche che private. Gli accertamenti sono serviti per verificare l’adeguatezza dei titoli e il rispetto dei turni in aderenza ai contratti nazionali di categoria. Tra gli oltre 200 persone segnalate spuntano responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari.
Tra le persone denunciate anche 8 titolari di cooperative accusati di aver inviato in ospedali pubblici meno assistenti di quanto previsto dal contratto o di avere impiegato personale ausiliario senza abilitazioni al posto di figure professionali socio-sanitarie (o.s.s.). Ma le irregolarità portate alla luce dai Nas sono di diverso tipo. Alcune cooperative, per esempio, hanno falsificato l’età anagrafica dei medici abbassandola per regolarizzarla ai contratti nazionali. Inoltre, 43 i casi di infermieri abusi, non iscritti regolarmente all’albo e senza riconoscimento dei titoli acquisiti.
Tra le numerose violazioni sottolineate dai Nas anche quella di figure sanitarie esterne collocate in attività lavorativa senza l’adeguata formazione sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. In una Rsa piemontese sono stati denunciati il titolare, il direttore, il responsabile e quattro dipendenti che esercitavano senza titoli e specializzazioni la professione sanitaria. Mentre in una Rsa della provincia di Milano, è stata evidenziata la presenza di un’infermiera extracomunitaria priva dei necessari titoli abilitanti la professione sanitaria sul territorio nazionale.
Irregolarità anche in due Rsa nelle province di Cuneo e Alessandria, nelle quali è stato segnalato la presenza rispettivamente di 2 e 5 operatori sanitari senza titoli abilitativi. Ma le segnalazioni giungono da diverse regioni d’Italia. In provincia di Prato, per esempio, è stata denunciata una fisioterapista non iscritta all’albo professionale che svolgeva la professione in una Rsa. Denunciato a Roma un medico chirurgo convenzionato per aver effettuato turni di guardia presso un altro ospedale della provincia di Latina.
È stato anche accertato l’impiego di medici in turni continuativi di oltre 24 ore, senza la concessione di alcun periodo di riposo previsto dopo le 12 ore di servizio. In un ospedale catanese le verifiche dei Nas al pronto soccorso hanno portato alla denuncia del presidente della cooperativa per frode contrattuale nelle pubbliche forniture. Denunciato in provincia di Napoli anche il presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa sanitaria per non aver attivato alcun tipo di formazione dei propri dipendenti.
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