Juventus, proseguono le indagini in casa bianconera: la questione stipendi è un terremoto. Situazione non facile, le rivelazioni di Chiellini.
Juventus, Whatsapp e non solo. Il problema per la Vecchia Signora non sono tanto le conversazioni sugli smartphone dei calciatori, quanto le dichiarazioni sui verbali che avvalorerebbero la tesi dell’accusa in punti chiave: l’indagine Prisma della Procura di Torino va avanti e per i bianconeri le cose non si mettono bene. Le dimissioni in blocco del CDA non cancellano mesi, anni, di punti interrogativi.
Domande aperte a cui gli inquirenti cercano di trovare risposte: una parte di queste arrivano dalle ricostruzioni dei calciatori, che mostrano in maniera evidente come qualcosa non torni rispetto alla realtà dei fatti. Per capirlo bisogna portare idealmente indietro la clessidra temporale al 2021. Subito dopo il lockdown il sistema calcio era in crisi, ma la Juve lo era da prima: il passo più lungo della gamba, gli stipendi arretrati e come pagarli.
Juventus, tarlo stipendi: Chiellini mediatore con la società, il retroscena
Qui la discrepanza fra le dichiarazioni alla stampa e la verità che emerge dagli archivi giudiziari in cui la Juve del recente passato incastrerebbe quella del futuro: Chiellini in veste di mediatore, in accordo con i compagni, per rinunciare a un solo stipendio rispetto alle mensilità previste. 4 mesi in arretrato.
Pubblicamente Agnelli disse che la squadra, in periodo di austerity, rinunciava a 4 mesi di stipendio. La realtà, invece, attesta – dalle deposizioni – che la rinuncia sarebbe stata di una mensilità soltanto. Il resto sarebbe stato spalmato sui contratti successivi. I giocatori sono parsi inamovibili. Di questo, naturalmente, nessuno avrebbe dovuto parlarne con la stampa.
Le deposizioni dei calciatori: tutto nei verbali
Quello che emerge è che le difficoltà in casa Juve c’erano già da prima del lockdown e che la Vecchia Signora avrebbe preso la palla al balzo – è il caso di dirlo – per ritoccare conti e salari. Ecco perchè poi molti – Chiellini compreso – hanno fatto le valigie e ricevuto le somme arretrate nel contratto successivo. Incastri con altre società, situazioni lastricate di cavilli che hanno evitato il peggio.
Ora, tuttavia, arriva la resa dei conti e la Juve parla. Buffon si rifugia dietro una “confessione generica”. I più precisi, agli atti, Dybala, Chiesa, De Ligt, De Sciglio, Rugani e Demiral. Oltre alle conversazioni private, intercettate da tempo, ci sono le deposizioni che farebbero da perno alla strategia accusatoria. La situazione non è facile da quando anche Ronaldo ha messo in campo i propri legali: CR7 deve, ad oggi, percepire ancora 20 milioni. 19 milioni e 900mila euro, per la precisione. Sono proprio i cavilli a impantanare la Juve che, con il nuovo anno, dovrà trovarsi un abito migliore. Il “vestito” delle accuse comincia a prendere una brutta piega.