Tredicesima, in arrivo pesanti tagli: le recenti stime spiazzano i consumatori, congiuntura e tasse modificano le entrate.
La tredicesima poteva essere una valvola di sfogo nel pieno della congiuntura economica: resterà un sogno, perchè rispetto ai 46,9 miliardi – da dividere per il Paese – una parte dei quali nelle tasche degli italiani circa il 25% sarà messo da parte. Il motivo sono le imposte da sommare alla congiuntura. Quindi, del tesoretto proposto, una buona parte andrà via e gli aumenti saranno soltanto una folata di vento: nessuna boccata d’ossigeno, dunque.
La vicenda, tuttavia, è ben più complessa: il potere d’acquisto degli italiani per via della crisi e i rincari sarà dimezzato. Non bastano iniziative a macchia d’olio, come quella del Black Friday, per far aumentare i consumi. Ormai tutto è razionato e dalle recenti stime neppure la tredicesima è sufficiente per far girare appieno l’economia: gli italiani lavorano, ma non spendono.
Tredicesima, tagli imminenti: cosa cambia
Fatta eccezione per generi alimentari e beni di prima necessità. Tutto al vaglio della maggioranza di Governo che, forte di questa consapevolezza, prepara le contromosse per evitare di scontrarsi con un muro di dissenso. Giorgia Meloni cresce nei sondaggi, ma la divisione sui grandi temi è netta: in primis c’è l’economia. “Cancellare il Reddito di Cittadinanza senza una parola sul salario minimo – tuonano le opposizioni – riduce i disoccupati in schiavi”.
La tesi è la seguente: se non si trova lavoro, sottolineano le opposizioni, e l’assistenza viene meno chi è disoccupato sarà costretto ad accettare condizioni al ribasso pur di portare qualcosa a casa. Meccanismo che non piace a parti sociali e sindacati, ma c’è anche la questione lavoratori. Se la tredicesima non è un “cuscinetto”, ma diventa necessaria per la sussistenza, c’è un problema di forze ed equilibri.
Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico ritengono che Giorgia Meloni abbia fatto male i conti. Si accoda anche Sinistra Verdi. Nel pieno del ciclone Soumahoro. La tredicesima, con relativi tagli al 25%, dunque, è una questione tutt’altro che marginale. Partita ancora aperta rispetto alla Legge di Bilancio, snodo centrale delle prossime manifestazioni di piazza.