Nuovi sviluppi sulla vicenda dell’omicidio di Nicola Di Rienzo a Foggia. La tragedia dopo l’ inseguimento del 21enne e i cinque colpi di pistola calibro 22 sparati contro di lui. La versione del ragazzo che si è costituito vacilla.
Per l’accaduto le forze dell’ordine hanno concentrato i sospetti su un 17enne, il quale presentandosi in Questura ha ammesso l’omicidio e spiegato pure il movente. “Voleva che io rubassi per lui altrimenti gli avrei dovuto dare 500 euro al mese”, ha detto risolutamente.
Ancora il minore ha precisato essere stato lui a premere il grilletto per 5 volte. Quasi a giustificare il gesto criminale, nella deposizione si legge che le richieste del morto ammazzato si erano fatte sempre più stringenti. Come conseguenza se non avesse ottenuto quanto chiedeva, a rischiare sarebbe stata la famiglia del giovane “vessato”.
Omicidio 21enne Foggia: la ricostruzione dell’accaduto
Nel racconto agli inquirenti l’omicida ha aggiunto che all’incontro con il 21enne si è presentato armato proprio per evitare di finire accoltellato. Inoltre secondo quanto riferito, la pistola sarebbe stata trovata in campagna. Ad ogni modo la tragedia si sarebbe consumata solo perché, mostrando a fini intimidatori la pistola a Rienzo, questi avrebbe cercato di venirne in possesso. Ma a causa della colluttazione il taglieggiatore ha ricevuto spari al torace e alla schiena. Dopo l’agguato il minorenne si è recato in Questura a confessare tutto.
Le contraddizioni della versione del 17enne
A carico del giovane reo confesso ci sono ben tre denunce per furto. Se due risalgono all’estate scorsa a Foggia e Peschici, la prima a mano armata si riferisce ad un colpo messo a segno nel 2020. Quest’ultima rapina a danno del titolare di una tabaccheria del capoluogo di provincia. Incrociando il racconto del giovane con il suo passato criminale non combacerebbero diversi elementi.
Al vaglio degli inquirenti la versione del minore sarebbe in contraddizione con alcuni fatti, tra cui quello che da due mesi la vittima lo stesse costringendo a commettere furti. Il curriculum criminale del 17enne, è stato fatto rilevare ai magistrati che si occupano del caso, evidenzia come l’omicida fosse “già ben inserito in un contesto dedito alla commissione di reati”. Ancora la Squadra Mobile sta cercando si fare chiarezza sull’incontro dei due finito male presso la zona dei giardinetti di via Saragat. Tra i vestiti della vittima è stato rinvenuto anche un tirapugni con lama a scatto.