La morte di Mehran Samak ammazzato con un colpo di pistola nella sua auto durante i festeggiamenti per la sconfitta della nazionale iraniana ha sconvolto i Mondiali in Qatar2022
La repressione è brutale e i fatti di sangue ne sono una prova evidente. Lo sa bene il 27enne Mehran Samak ucciso con un colpo di pistola alla testa mentre festeggiava la sconfitta dell’Iran contro gli USA durante i mondiali in Qatar. Lo sa bene anche il centrocampista della nazionale Ezatolahi, che ha rivelato di conoscere il ragazzo pubblicando anche una foto di loro insieme.
In Iran, dunque, si continua a morire tra le proteste in piazza. La paura per le conseguenze non ha però fermato numerosi manifestanti antigovernativi che sono scesi in strada in diverse città per festeggiare l’eliminazione della nazionale iraniana. In questo scenario i calciatori vengono considerati dai manifestanti come dei “traditori”.
Sono stati accusati di aver chiuso gli occhi e girato le spalle alla ideologia di chi protesta contro il regime. Prima del calcio di inizio, una sorta di velata protesta proprio contro quel regime dittatoriale da parte dei calciatori era presente e si era manifestata con il rifiuto nel cantare l’inno nazionale. Poi, però, qualcosa è cambiato. Una marcia indietro e un tacito assenso non capito dai manifestanti.
Mehran Samak, chi è il tifoso ucciso con un colpo di pistola in testa
Il movimento antigovernativo si è sentito tradito quando gli atleti della nazionale iraniana hanno ripreso a cantare l’inno dell’Iran in campo voltando palesemente le spalle alle proteste che da giorni infuocavano le piazze di diverse città iraniane. In quei giorni, secondo quanto riportato da una fonte citata dalla Cnn, le famiglie dei calciatori erano state anche minacciate di essere arrestate e torturate nel caso in cui i giocatori non si fossero comportati in modo “idoneo” prima dell’incontro calcistico contro gli Stati Uniti.
In questo scenario di guerra c’è Mehran Samak, un giovane ragazzo di 27 anni, che aveva deciso di combattere per le sue idee antigovernative. Ma a Bandar-e-Anzali, città a nord-ovest di Teheran, la repressione ha portato alla morte il giovane. Il 27enne è stato fatto fuori con un colpo di pistola alla testa mentre festeggiava in auto la sconfitta dell’Iran contro gli USA.
Diversi attivisti per i diritti umani denunciano: “Samak è stato preso di mira direttamente dalle forze di sicurezza in seguito alla sconfitta della squadra nazionale contro gli Usa”. Secondo il gruppo Iran Human Rights (IHR) la violenta repressione in Iran ha portato le forze di sicurezza a uccidere almeno 448 persone nei mesi scorsi. Tra questi almeno 60 sono minori e 29 sono donne.
Morte Mehran Samak: il post del calciatore dell’Iran che conosceva la vittima
Il centrocampista della nazionale iraniana Saeid Ezatolahi questa volta ha scelto un altro campo dove giocare la sua partita. Il calciatore iraniano che ha giocato la partita negli Stati Uniti ha in comune con Mehran Samak la stessa città d’origine. Anche lui come il 27enne ucciso è di Bandar-e-Anzali e dopo la morte del giovane ha dichiarato sui social di conoscere Samak.
Ad avvalorare le sue parole anche la pubblicazione di una foto di loro due insieme. Nell’immagine si vede il centrocampista e Samak in una squadra di calcio giovanile. Su Instagram il post commovente del calciatore: “Dopo l’amara perdita di ieri sera, la notizia della tua scomparsa mi ha infiammato il cuore”.
Ezatolahi non ha commentato le circostanze della morte del suo amico, ma ha sottolineato: “Un giorno le maschere cadranno, la verità sarà messa a nudo. Questo non è ciò che i nostri giovani meritano. Questo non è ciò che la nostra nazione si merita”. Nel frattempo, le immagini video del funerale di Samak a Teheran sono diventate virali sul web. Tra le immagini l’urlo unanime dei manifestanti in lutto ripete con voce decisa: “morte al dittatore”.