Dimissioni Juventus, fuori le intercettazioni che hanno aperto la crisi. Le prime ricostruzioni inguaiano la Vecchia Signora.
Juventus, la bomba è scoppiata. Da lunedì è cominciata la settimana più difficile degli ultimi anni della Vecchia Signora: i nodi stanno venendo al pettine. Se le inchieste giudiziarie sono ancora da chiarire, la situazione interna alla Continassa è esplosa da qualche giorno. Le dimissioni dell’intero Consiglio di Amministrazione sono l’atto finale di una deflagrazione inevitabile: lo spettro del falso in bilancio e la possibilità di pene più aspre hanno portato il “blocco Juve” a fare un passo indietro, con Elkann che adesso dovrà rimettere insieme i pezzi.
Non è solo questione di nomi, ma anche di pedine. Come disporre gli uomini a disposizione, partendo da Giancarlo Ferrero e Maurizio Scanavino: immediato futuro, ma prima c’è il recente passato. I pezzi del puzzle cominciano a essere al loro posto. Lo scacco matto arriva dalle intercettazioni che gli organi competenti avrebbero da luglio scorso, coinvolto – tra gli altri – anche l’ex Direttore Finanziario dei bianconeri.
L’ultima intercettazione ambientale, datata 22 luglio, parla chiaro: Stefano Bertola lancia l’allarme richiamando una situazione spiacevole. La più brutta della storia Juventus: “Calciopoli”. “Una situazione del genere l’ho vista solo in quel frangente, stavolta ce la siamo creata noi”. Una vera e propria resa che Bertola fa in confidenza, conversazione a cui fanno seguito altre cene e meeting dove Andrea Agnelli (e non solo) cerca di fare chiarezza e soprattutto ottenere risposte.
La Giustizia ordinaria va avanti, quella sportiva aspetta. Nel frattempo tante possibilità e altrettante presunte certezze. Ogni telefonata aggrava un fardello pesante, con quel “metodo Paratici” – così viene definito – al pari della goccia che fa traboccare il vaso. La sensazione, tutta da contestualizzare, è che la maretta alla Continassa ci sia da mesi. Da quando certe sicurezze siano venute meno.
Cristiano Ronaldo, il bomber che doveva impreziosire il tempio bianconero, ha finito per distruggere una “casa” dalle fondamenta solide. Tutto comincerebbe con lui, gli stipendi arretrati. Il bilancio alterato e l’istinto – diciamo così – di sopravvivenza. Quello che cerca di spiegare, affannosamente, Bertola sapendo che vie d’uscita non ce ne sono: la Juve tenta di trovare un punto di fuga, ma la strada è ancora lunga. E, forse, sempre più sdrucciolevole.
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