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Addio bustine di zucchero al bar e gli shampoo in hotel | Nuovi divieti Ue

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David Truscello

Rivoluzione nelle abitudini di moltissimi italiani. Dalle ultime decisioni dell’UE giro di vite per bustine di zucchero dai banconi dei bar e per bottigliette dello shampoo in albergo.

L’ultimo regolamento dell’Unione Europe promette guerra a bustine di zucchero al bar e shampoo in hotel. La proposta presentata il 30 novembre 2022 dalla Commissione Europea in tema di imballaggi è molto chiara in materia. La notizia sorprende moltissimi connazionali.

Addio a bustine di zucchero e shampoo in hotel -Pixabay

L’intento degli eurocrati è quello di vietare gli imballaggi monouso. Ad essere colpiti saranno soprattutto i settori dell’hotellerie e del restaurant-cafè. Quindi a meno di un contrordine dell’ultimo momento, saluteremo uno spaccato ben sedimentato nell’immaginario collettivo nazionale.

Divieto Ue: quali prodotti scompariranno

Oltre alle bustine di caffè e allo shampoo negli hotel, verranno meno anche tubetti, vassoi e scatole. In sintesi tutti gli imballaggi monouso con singole porzioni nel settore Horeca. Pertanto tutte le soluzioni per condimenti, conserve, salse e creme per il caffè. Faranno eccezione gli imballaggi resi con alimenti pronti da asporto da consumare subito. A fare la differenza la mancata ulteriore preparazione non necessaria. Nel provvedimento si mira anche all’estinzione dei tubetti di shampoo e degli imballaggi con “meno di 1,5 kg di frutta e verdura”.

Addio a bustine di zucchero e shampoo in hotel -Pixabay

Bustine zucchero addio. Rinunciare alle vecchie abitudini

Difficile rinunciare alle vecchie abitudini. La bustina di zucchero strappata al bancone del bar per addolcire il caffè o il cappuccino, mancherà a tutti. Ancora oggi, per milioni di italiani, si può considerare un rito per cominciare bene la giornata. L’origine della bustina risalirebbe al 1862, a Phipadelphia. Per altri c’entrerebbero i francesi Loic Combourg e Francois de la Tourrasse, inventori nel 1908 della “sucre-pochette”.

Ancora c’è chi sostiene che l’invenzione si debba invece a Benjamin Eisenstadt, proprietario di un caffè a Brooklyn, il quale per incrementare il suo giro d’affari propose ai produttori di zucchero di confezionarlo in piccole bustine. Al di là delle attribuzioni vere o presunte, a pensarci bene la bustina dello zucchero del bar è uno scatto ben radicato nell’immagine della prima colazione di tutti gli italiani. Ci mancherà come fenomeno culturale e tra le cose gradevoli nella vita, di cui si sente la mancanza solo quando non ci sono più.

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