Juventus, brusca frenata della Federcalcio: nel pieno del caos bianconero, Gabriele Gravina tende una mano alla Vecchia Signora.
Juventus, nel mezzo della crisi qualche alleato. La mano tesa arriva da Gabriele Gravina, Presidente della Federcalcio che in merito al “ciclone” bianconero non si scompone: “Calmi con i giudizi preventivi. Nessun linciaggio, il nostro compito è quello di far rispettare le regole. Quel che è successo alla Juve potrebbe capitare anche ad altri”. Calma e gesso, dunque, che di agitazione già ce n’è tanta: in Qatar i giocatori bianconeri sono stati rassicurati tramite messaggi Whatsapp, ma alla Continassa è un tumulto.
Non si sa cosa potrebbe accadere, anche se le alte sfere bianconere fanno di tutto per mettere ordine: esser riusciti a tenere Allegri e Cherubini al proprio posto, scongiurando le dimissioni, è già un traguardo non da poco. Ora tocca alla dirigenza: nella fattispecie Giancarlo Ferrero – nuovo Presidente bianconero – e Maurizio Scanavino, nuovo DG e tramite con Elkann che tiene le fila nella bagarre.
L’alleanza di Gravina è tutt’altro che di poco conto: una mano tesa adesso, prima che tutto davvero divampi, vuol dire innanzitutto garantismo e in second’ordine sobrietà. Risposte necessarie dopo gli attacchi arrivati dall’estero. Chi attacca la Juve, in qualche maniera, attacca anche la Serie A e quindi l’Italia. Questo, come Federazione, è inammissibile. Per questo Gravina alza gli scudi.
Si difende con il garbo che lo contraddistingue: senza clamore, ma con decisione. Il verdetto – in parole povere – spetta alle aule di tribunale e a nessun altro. Nessuna condanna preventiva, dunque. Anche se per molti quelle dimissioni in blocco suonano come una sorta di “ammissione di colpa”. Le supposizioni vengono stroncate sul nascere con parole nette da Gravina che non risparmia neppure la Liga spagnola che chiede l’allontanamento della Juventus dalle Coppe Europee.
Tebas, nello specifico, parla di “raggiro collettivo attraverso la favola della Superlega”. Parole forti che Gravina rispedisce al mittente: “Tebas guardasse in Spagna, che all’Italia ci pensiamo noi”. Competenza territoriale richiamata all’attenzione di tutti: non bastano alcune voci, anche se autorevoli, per bollare un sistema. La partita entra nel vivo, i contrasti sono all’ordine del giorno.
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