Incredibile caso di corruzione all’obitorio. Un giro di mazzette ha condotto gli inquirenti a disporre misure cautelari per 10 persone. Diversi i capi di accusa: dalla corruzione al peculato. Ecco cosa è successo a Saronno.
La vicenda ha avuto luogo in provincia di Varese. A condurre l’operazione contro il giro di mazzette degli obitori, sono stati i carabinieri di Busto Arsizio. Molteplici le persone che sono finite coinvolte nell’inchiesta, tra cui imprenditori e dipendenti pubblici e privati, in particolare del settore delle pompe funebri.
Le forze dell’ordine sono state chiamate a intervenire dopo le segnalazioni della direzione sanitaria dell’ospedale in cui, con riferimento all’obitorio, si registravano anomalie che hanno insospettito i vertici del nosocomio.
La rete di corruzione
La relazione tra alcune società operanti nel settore delle pompe funebri e i dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno era piuttosto fitta e articolata. A sollevare il caso la direzione dello stesso presidio sanitario. La Procura di Busto Arsizio ha dunque dato avvio all’inchiesta che ha predisposto provvedimenti di misura cautelare per ben 10 persone. Per loro diverse le imputazioni formulate dai magistrati. Si va dalla truffa al peculato, e ancora corruzione di pubblico ufficiale, furto, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
L’organizzazione criminale è stata mandata all’aria stamani 28 novembre, grazie al blitz dei militari dell’Arma. Dando esecuzione all’ordinanza del Gip del Tribunale di Busto Arsizio Tiziana Landoni, i carabinieri hanno proceduto all’arresto di una persona, mentre per un’altra si è trattato dei domiciliari. Proseguendo sono stati emessi due divieti di esercizio di professione medica, quattro di divieti per la continuazione dell’attività di impresario nel settore funebre, due sospensioni per l’esercizio di mansioni di addetto all’obitorio dell’ospedale. Quest’ultima voce con riguardo al divieto di concludere contratti di lavoro con la pubblica amministrazione.
Le indagini
Alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno avrebbero ricevuto mazzette da quattro esercizi di pompe funebri, ognuno per proprio conto, per condizionare i parenti dei deceduti alla scelta dell’impresa cui affidare le esequie dei loro cari. A carico dei dipendenti dell’obitorio anche l’accusa di mostrare le salme ai congiunti, quando queste risultavano positive al Covid-19, pertanto violando le normative in materia.
Nell’inchiesta anche due medici che avrebbero rilasciato false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati, e poi il caso di un’addetta dell’obitorio che durante l’assenza dal lavoro prestava attività professionale presso l’ambulatorio degli stessi che gli firmavano i certificati falsi per assentarsi dall’ospedale. Nella complessa inchiesta anche accuse di furto per due dipendenti dell’obitorio del nosocomio saronnese, colpevoli per i magistrati di essersi impossessati di materiale sanitario e di pulizia di proprietà pubblica dell’ospedale, allo scopo di cederlo a terzi.