Giandavide De Pau, l’uomo accusato degli omicidi delle donne del quartiere Prati, ha alle sue spalle anche una violenta aggressione ai danni di un barista. Percosse e minacce contro la vittima, che ha riportato gravi conseguenze di salute.
Giandavide De Pau, oltre ad essere tristemente noto per la vicenda degli omicidi di Prati, ha un trascorso di violenza acclarato anche da un episodio risalente a tre anni fa. In quella circostanza De Pau aggredì e minacciò, percuotendolo pure, un barista.
Il suo nome è comparso anche nell’inchiesta di “Mafia Capitale”. Di più ha alle spalle due ricoveri in cliniche psichiatriche.
Omicidi Roma Prati: la ricostruzione dell’aggressione
“Mi ha preso a pugni in pieno volto”, esordisce la vittima raccontando l’episodio di tre anni fa. Ancora il barista continua aggiungendo: “e mi ha detto che con 20 euro avrebbe trovato qualcuno disposto a dare fuoco al locale”. Il 45enne rievoca al Messaggero la sua tremenda esperienza con De Pau, ormai noto come il “killer delle donne di Prati”, anche se è stato pure autista di Michele Senese (detto ‘o Pazz’), a sua volta vicino a Massimo Carminati. La disavventura in questione risale al mese di maggio di tre anni fa, quando l’accusato di triplice omicidio entrò drammaticamente nella vita dell’anonimo barista.
Stando a sentire l’uomo, quella notte, lui e il suo collega, dettero asilo nel bar ad una donna che fuggiva da un uomo che la molestava. Si trattava della figlia del boss della Magliana Salvatore Nicitra. La donna sostò per poco tempo, salvo poi andarsene. Al che ecco giungere De Pau, che chiedendo una Coca-Cola avrebbe sostenuto di essere disposto a pagarla 20 euro. Alla risposta che il locale era chiuso, il barista è stato minacciato, sentendosi replicare che con 20 euro si sarebbe dovuto aspettare un uomo disposto a dare fuoco all’esercizio. Dopo sarebbe scattata l’aggressione e le minacce di morte promettendo l’uso una pistola. Infine i pugni in faccia fino a causare alla vittima il distacco della cornea.
Giandavide De Pau: l’epilogo della vicenda
Dietro altre intimidazioni, alla fine De Pau è stato messo alla porta solo grazie all’intervento del collega. Ma l’assalitore non sarebbe andato via subito. Prima di farlo avrebbe girato attorno al locale con la macchina. La situazione ha reso necessario l’intervento dei carabinieri. I militari dell’Arma avrebbero raggiunto Giandavide De Pau a casa, dove c’era una donna.
La perquisizione che ne è seguita ha portato a galla denaro, droga e armi. Interrogato dagli inquirenti l’omicida di Prati avrebbe pronunciato le stesse parole ripetute anni dopo, ovvero che non ricordava nulla. A suo carico De Pau ha numerosi precedenti, tra cui lesioni, ricettazione, violenza sessuale e, come già accennato, anche droga e armi.