Qatar 2022, gli scandali non si fermano: nel Mondiale più controverso degli ultimi tempi anche la Serbia sotto accusa.
Qatar 2022, occhio non vede cuore non duole. Forse. Qualcuno, però, ha visto qualcosa che magari sarebbe stato meglio rendere noto prima. Il Mondiale in Medio Oriente è ricco di retroscena. L’asticella è altissima: controlli serrati persino sulle magliette che possono e non possono entrare negli impianti. In questo clima rigido, c’è spazio anche per qualche scandalo social.
L’ultimo in ordine di tempo riguarda la bandiera della Serbia. Il drappo campeggia nello spogliatoio della compagine. Tra divise e borse, è spuntato in bella vista causando non pochi dissapori. Il motivo, stavolta, è anche storico. Una striscia nera che forma un quadrato, dentro la “cartina” serba, nei canonici colori rosso e blu, con la scritta “Non c’è resa”. Il riferimento è al Kosovo, ormai indipendente, mentre è presente sulla bandiera rievocando pesanti ferite nella coscienza delle persone.
Qatar 2022, la bandiera della Serbia fa discutere: possibili provvedimenti
Tirare in ballo pagine pesanti e ferite ancora aperte non è quello di cui ha bisogno questo Mondiale: lo fa sapere la Federcalcio Kosovara che pretende dei provvedimenti formali per la compagine serba.
Serbian propaganda all the way to #Qatar. Something for @FIFAcom to investigate? Why a map of #Kosovo in the flag of Serbia hangs in the Serbian dressing room… pic.twitter.com/smlmL5zoCL
— Behgjet Pacolli (@pacollibehgjet) November 25, 2022
Lo scandalo è figlio anche del recente passato, quando alcuni rappresentati della Nazionale esultarono con il segno dell’Aquila. Chiaro riferimento a pagine della storia ormai trascorse ed evitabili secondo le rappresentanze del Kosovo.
Nessuno si accontenta delle semplici scuse: “Serve una presa di posizione netta”, dicono. L’allarme per la FIFA è scattato, con Infantino – Presidente che sta per raggiungere un altro mandato con assenza di ulteriori candidati – che ha chiesto di tenere fuori la politica da questa competizione. Facile a dirsi, meno a farsi. Troppi gli interessi in gioco, talvolta si supera l’asticella. Limite che deve rientrare, prima che le vicende extra-campo superino di gran lunga quello che succede sul rettangolo verde. Altrimenti il Mondiale qatariota rischia di essere ricordato principalmente per dissapori e privazioni.