Legge di Bilancio 2023, il testo approvato dal Governo Giorgia Meloni presenta vari punti chiave: gli aspetti principali.
“Una manovra coraggiosa e coerente che scommette sul futuro”, questo ha detto il neo Premier Giorgia Meloni in conferenza stampa riguardo la Legge di Bilancio 2023. Il testo è stato approvato, ora passerà al vaglio, fino all’introduzione in Gazzetta Ufficiale. Tutto approvato nella notte tra 21 e 22 novembre. Si parte da quell’ormai celebre tesoretto di 35 miliardi da dividere equamente in vari aspetti: in primis il tema dei rincari bollette, ma non è l’unico punto.
La cancellazione del Reddito di Cittadinanza nella sua forma attuale è un altro cavallo di battaglia che FDI ha portato a compimento. Solo a partire dal 2024, prima lo studio di un percorso capillare che vada a sopperire il provvedimento. Poi c’è l’innalzamento delle pensioni minime, sempre correlato al rincaro delle bollette. Aspetti complementari e necessari per evitare un’ulteriore flessione.
Legge di Bilancio 2023, Governo Meloni approva il testo
Parallelamente avviato l’iter in favore dei lavoratori autonomi e delle Partite Iva: la Flat Tax, in tal caso, sarà limitata in correlazione alla cancellazione delle cartelle esattoriali sotto i 1000 euro. Cade, invece, la proposta della Lega rispetto al bonus matrimoni in chiesa: niente 20.000 euro a chi sceglie di arrivare all’altare attraverso il percorso ecclesiastico. La situazione prosegue in altra direzione, precisamente verso i detentori dell’Assegno Unico: Roccella l’aveva promesso, ci saranno ulteriori aiuti alle famiglie.
Rispetto ai 35 miliardi, 21 andranno ai rincari delle bollette – il sostentamento è la prima questione – il resto sarà dedicato ai nuclei familiari e ai più giovani che intendono costruirsi un futuro. Ancora divisioni rispetto alla pace fiscale: tiene banco la volontà di cancellare le pendenze giudiziarie a chi sceglie di “trattare” con il Fisco. Stretta, invece, sulla rivalutazione delle pensioni.
Ultima, ma non per importanza – insieme al Bonus Benzina – la rivalutazione sugli extraprofitti: il Governo ha portato la aliquota dal 25 al 35% con il plauso del Tar del Lazio che ha stralciato i ricorsi delle aziende energetiche pronte ad evitare il pagamento del contributo straordinario. La stoccata di Meloni ai principali oppositori passa anche da questo, ma il percorso verso il nuovo anno – con relativa Finanziaria – è appena cominciato. In attesa degli ulteriori fondi del PNRR.