Arriva la sentenza per Pamela Andress, la finta estetista che procurò la morte di Samantha Migliore a seguito di un’iniezione al seno. La pena per lei è 4 anni. La rabbia del marito della vittima
Samantha Migliore è morta per un intervento di chirurgia estetica eseguito a domicilio da una finta estetista. Il dramma successe a Modena lo scorso 21 aprile e dal giorno del decesso, i familiari della vittima hanno combattuto per avere giustizia.
Oggi Pamela Andress, trans di origini brasiliane, accusata del delitto ha patteggiato una pena di quattro anni e otto mesi. L’accusa per la 52enne è solo di esercizio abusivo della professione sanitaria e omissione di soccorso. L’imputata dopo il fatto si costituì e dal 13 maggio sconta la sua pena ai domiciliari.
La causa del decesso di Samantha, secondo le analisi eseguite dalla scientifica sul cadavere, rilevarono una grande quantità di silicone nel sangue della vittima. Ufficialmente la donna morì a causa di una embolia polmonare. Dopo il patteggiamento della pena, l’ira di Antonio Bevilacqua, il marito della vittima è atroce.
Morte Samantha Migliore: pena di 4 anni alla finta estetista
Samantha Migliore il 21 aprile è morta tra le braccia del marito, Antonio Bevilacqua, che aveva sposato solo il mese prima. Dopo il decesso della moglie, Antonio ha lasciato Maranello dove abitava insieme a Samantha, per trasferirsi in Germania. “Sono andato via per lavoro non lascio Samantha, che resterà sempre con me”.
Samantha era anche madre di ben cinque bambini. La donna, in passato era stata vittima di un tentato femminicidio. Quella volta l’ex compagno le puntò una pistola alla tempia aprendo il fuoco. Lei miracolosamente sopravvisse. Un destino orrendo per la giovane Samantha che, per un motivo davvero futile, è morta. Questa volta a procurarle il decesso è stata Pamela Andress, stilista e organizzatrice di eventi ma di certo non una estetista. Quando Samantha subito dopo l’iniezione iniziò a sentirsi male, la donna si era allontanata dall’abitazione per poi costituirsi 24 ore dopo ai carabinieri di Cento (provincia di Ferrara).
Indagata per omicidio, ora ha patteggiato la condanna. La consulente della procura individuò la causa del decesso della giovane vittima in una embolia attivata proprio dalla iniezione nel seno destro della 35enne di un fluido tipo silicone. All’esito dell’udienza al Tribunale di Modena, il marito di Samantha non ha nascosto la sua delusione, ribadendo: “Qui in Italia tutti possiamo svolgere un lavoro in nero, tanto la legge non è uguale per tutti. Sono deluso. Mi rimane solo dolore, nient’altro”.