Il presidente francese Emmanuel Macron indagato con l’accusa di finanziamenti illeciti in occasione delle ultime due campagne elettorali. A peggiorare il quadro anche l’imputazione di incarichi gonfiati con McKinsey.
A diffondere la notizia ci ha pensato il quotidiano francese Le Parisien. Stando a quanto si legge sulle colonne dell’organo di stampa, Macron è indagato, almeno dallo scorso 20 ottobre. Le accuse che gli vengono rivolte dalla Procura nazionale finanziaria, si legge, riguardano i casi di falsificazione dei bilanci della campagna elettorale e di “favoritismo”. Quest’ultimo capo d’imputazione equivale alla turbativa d’asta.
Monsieur le President avrebbe affidato a McKinsey, società di consulenza strategica, incarichi pubblici in maniera illecita. La contropartita sarebbe stata quella di ricevere finanziamenti occulti per la sua campagna elettorale.
L’inchiesta della Procura
Di fatto dalla nota emessa dalla Procura non si fa mai espressamente il nome di Macron. Si parla però di “condizioni di intervento di uffici di consulenza nelle campagne elettorali francesi del 2017 e del 2022” e dei sospetti di “favoritismo” connessi. Ad occuparsi della faccenda il procuratore Jean François Bohnert. Per dirla tutta, durante l’ultima corsa all’Eliseo, era già finito al centro del dibattito politico il tema dei rapporti tra Macron e le società di consulenza private.
Addirittura il Senato transalpino ha registrato che negli ultimi anni le commesse statali sono “più che raddoppiate”, raggiungendo la cifra di un miliardo di euro nel 2021. Conseguenza naturale è stata l’inchiesta invocata dall’opposizione sui ventilati favoritismi. In Procura, uno dei tre giudici con le “mani in pasta”, è una vecchia conoscenza della politica: si tratta di Serge Tournaire. Il magistrato è noto per aver indagato in passato su François Fillon e Nicolas Sarkozy.
La difesa dell’inquilino dell’Eliseo
Alla luce del dibattito pubblico e delle accuse della magistratura finanziaria sulle commesse statali affidate a McKinsey, Emmanuel Macron si è difeso in tv. “Se ci sono prove di manipolazione, che si vada al penale”, dichiarava l’ex banchiere originario di Amiens. Ed ancora: “nessun contratto viene concluso nella République senza rispettare le regole sugli appalti pubblici”.
Già un anno fa Le Monde aveva avviato una inchiesta giornalistica sull’influenza di McKinsey esercitata sul Capo di Stato. Approfondimenti erano stati fatti anche sulla fondazione di En Marche, la formazione politica di Macron. Sotto la lente di ingrandimento sono finite anche le politiche vaccinali adottate durante gli anni della pandemia.