Sotto la pressione degli inquirenti stanno venendo a galla le inquietanti rivelazioni sulla morte di Saman Abbas. La testimonianza del cugino al riguardo è sconvolgente: “Io la tenevo ferma mentre gli altri la soffocavano”.
Sembra si stia chiudendo il cerchio che ha tenuto per più di un anno l’Italia col fiato sospeso, sul caso di Saman Abbas. La giovane pachistana che secondo l’accusa sarebbe stata uccisa su mandato del padre, reo pure di avere occultato il corpo.
Saman sarebbe stata ammazzata perché si rifiutava di acconsentire a un matrimonio combinato. A seguito dell’intercettazione di una conversazione avvenuta in carcere tra il cugino e lo zio, sono sbucati fuori alcuni agghiaccianti particolari sull’omicidio.
Quello intercettato dalle autorità è stato un racconto scioccante, con tanto di nomi e azioni compiute. “Io la immobilizzavo per le gambe mentre Danish e l’altro cugino la soffocavano”. A parlare è Ijaz, cugino della vittima. Ad accendere i riflettori sulla vicenda è stato il Corriere della Sera. Intanto sale l’attesa per capire se il corpo ritrovato è quello di Saman. L’estrazione dei resti è infatti prevista per oggi 23 novembre. Per quanto riguarda ancora Ijaz, l’uomo sembrerebbe conoscere molto bene la verità: “Parlerò, giuro su Allah, parlerò: da nove mesi sono disonorato”.
Durante l’intercettazione è lui stesso ad ammettere di aver mantenuto il segreto: “Non ho detto tutto”. Poi la minaccia di porre fine alla sua vita se non riuscirà a sentire la madre e, infine, riferendosi a Saman, taluni particolari sull’uccisione: “Urlava, le hanno tappato la bocca”.
Mentre il padre è stato arrestato, continua la fuga della madre della ragazza uccisa. Nazia Shaheen è anche lei accusata dell’omicidio della figlia. La donna era tornata con il marito in Pakistan dopo che di Saman si erano perse le tracce. Il pubblico ministero ha chiamato alla sbarra, a rispondere dell’accaduto, 5 persone.
I capi d imputazione sono omicidio e soppressione di cadavere. Secondo quanto si apprende il processo avrà luogo il prossimo 10 febbraio, e vedrà parte civile l’associazione Penelope, il fratello minore di Saman, la prima cittadina di Novellara e l’Unione delle comunità islamiche in Italia.
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