Reiterazione del reato, rischio di fuga, indole violenta. Giandavide De Pau, accusato di essere l’assassino del triplice omicidio di Roma che una settimana fa ha sconvolto la Capitale, oggi verrà ascoltato dal gip per la convalida del fermo. Intanto emergono inquietanti aspetti della sua vita e dei momenti successivi ai delitti
Gianadavide De Pau, presunto killer delle tre prostitute di un quartiere bene della Capitale, secondo i magistrati ha un ‘indole aggressiva, e avrebbe agito con sprazzi di lucidità dopo aver commesso i delitti che hanno sconvolto Roma.
Durante il lungo interrogatorio in Questura Giandavide De Pau in realtà aveva fornito una versione completamente diversa, fatta di tanti “non ricordo”. Ma le indagini che proseguono serrate, che scavano in più direzioni e che in tanto attendono anche l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per la convalida del fermo, continuano a marcare punti distintivi.
L’ex autista del boss Senese, la notte precedente agli omicidi aveva consumato dosi massicce di droga con la sua amica cubana, alla quale presumibilmente aveva promesso la somma di 600 Euro per riuscire ad ottonere un passaporto falso e guadagnarsi la fuga. Giandavide De Pau, sentiva già le porte del carcere chiudersi dietro di sè e voleva per questo lasciare il nostro Paese. Ma il 51enne, accusato in passato anche di stupro, con precedenti importanti per diversi reati, è considerato un uomo pericoloso. Potrebbe colpire di nuovo, e come detto, potrebbe ancora tentare la fuga. Ecco perchè il pm Antonella Pandolfi ha chiesto al gip di convalidare il fermo dell’indagato.
Triplice omicidio Roma: identificate le due donne cinesi. De Pau dopo aver ucciso, avrebbe tentato la fuga
Gli investigatori però fanno passi avanti anche sul fronte delle vittime: sono state finalmente identificate le due donne cinesi trovate massacrate e senza vita nell’immobile di via Riboty. Si tratta di Ly Yan Rong, di 55 anni e Yang Junxia, di 45 anni. Nell’appartamento teatro del macabro ritrovamento, è stato trovato il passaporto di una delle due escort, mentre per risalire all’identità dell’altra è stato fatto un lavoro sulle impronte digitali lasciate nella casa. De Pau conosceva già invece Martha castano Torres, la prostituta trans uccisa in via Durazzo. Secondo le indagini a mettere in contatto l’uomo e Martha, sarebbe stata in passato proprio la donna cubana con cui il presunto assassino avrebbe trascorso la notte prima dei fatti e alla quale avrebbe chiesto aiuto per la fuga.
Dubbi ancora restano poi sulla dinamica dell’incidente successivo all’uscita della casa di via Durazzo. Due giorni fa il ritrovamento della Toyota in un deposito, sulla quale erano evidenti i segni di un danneggiamento. De Pau avrebbe avuto l’incidente lungo viale Marconi; avrebbe abbandonato l’auto e si sarebbe allontanato a piedi. Solo dopo avrebbe raggiunto forse in taxi la casa della madre e della sorella, dove lo hanno raggiunto gli uomini della polizia. I sedili dell’auto, il volante e il cambio dell’auto presentano tutti macchie di sangue. Nella vettura sarebbe stato trovato anche un coltello, ma la lama non sarebbe compatibile con le ferite trovate sui corpi straziati delle tre escort.
Delitti prostitute Roma. Atteso interrogatorio di convalida del fermo per De Pau
C’è attesa dunque per l’interrogatorio, previsto forse già per oggi, davanti al gip Antonella Minunni. Anche se, secondo indiscrezioni, l’indagato potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Ad oggi, tornando alle 7 ore di interrogatorio negli uffici della Questura, De Paura non avrebbe mai ammesso gli omicidi. Avrebbe raccontato di essere stato soltanto nella casa delle due donne cinesi. Avrebbe negato invece di essersi recato in via Durazzo, ma le immagini delle telecamere della zona, proverebbero esattamente il contrario.
E poi gli investigatori e i magistrati non credono alla sua versione dei fatti: Giandavide De Pau ha sostenuto di aver tamponato la ferita alla gola di una delle due prostitute, che ha trovato nuda e di aver visto la sagoma di un fantomatico uomo apparire e poi scomparire.
Per tutta una serie di elementi sin qui raccolti, molti venuti fuori, altri tenuti ancora nascosti da chi indaga, gli omicidi per cui Giandavide De Pau è indagato, potrebbero non essere stati gli unici. La Procura infatti ha dato mandato agli uomini della Squadra Mobile della Capitale di riaprire alcuni cold case: omicidi o aggressioni irrisolte, restate un mistero nel cuore di Roma e nella mente di chi era stato chiamato a risolvere i gialli.
Omicidi prostitute Roma, De Pau potrebbe aver ucciso anche in passato
Certo, dicono i rumors, si tratterebbe soltanto di un atto dovuto. Al momento non esisterebbero reali indizi che collegherebbero l’indagato per i delitti di Prati agli omicidi efferati del passato, ancora in cerca di un responsabile. Ma non è escluso nemmeno possano esserci svolte, sorprese. Un caso su tutti andrebbe citato, un caso che ha lasciato insonni per molto tempo, coloro che dovettero occuparsi di risolverlo. Mese di marzo di 11 anni fa.
Un camionista che viaggiava ungo la via Aredatina a Roma, nota qualcosa sulla strada. sembrava un fagotto, in realtà si trattava di un corpo mutilato di donna. Non aveva gambe e braccia, era senza testa. Venne gettato tra i cespugli. La vittima avrebbe avuto tra i 20 e i 35 anni. Era probabilmente alta. Dal corpo vennero asportati anche cuore, polmoni, viscere. Aveva una croce sul petto. Venne legato con un fiocco. L’assassino venne ribattezzato il Macellaio dell’Ardeatina.
Tutto in questo momento attiene la pura immaginazione. Ciò che invece non è immaginazione per la Procura di Roma, è l’indole dell’indagato: che avrebbe agito d’impeto e senza premeditazione, ma che nel suo passato si sarebbe già macchiato di aggressioni simili. E le note della Questura, relative agli anni precedenti, parlano piuttosto chiaro.
Giandavide De Pau, l’interrogatorio in carcere. Le parole del legale
In carcere a regina Coeli Giandavide De Pau è controllato 24 ore su 24: regime di strettissima sorveglianza. Questa mattina prima dell’interrogatorio davanti al gip, sono anche arrivate le parole del suo avvocato Alessandro De Federicis “Non ha contezza e memoria di quello che è successo per come l’ho visto io, assente, mi sembra strano fosse in grado di organizzarsi una fuga. Dell’auto nel deposito giudiziario e del passaporto ho informazioni, so solo che il suo documento era scaduto da tempo”. Poi il legale parla anche del profilo psichiatrico del suo assistito “De Pau era libero perché non aveva titoli per essere detenuto, e nessuno, neanche gli psichiatri che lo avevano visitato, si erano accorti della sua pericolosità“. Dato questo che indurrebbe a pensare che come detto De Pau non risponderà al magistrato e che la sua perizia debba essere valutata dalla Procura.