Operazione contro la ‘ndrangheta con 49 misure cautelari e novità importanti emerse dalle indagini a Milano: tutti i dettagli.
Colpo alla ‘ndrangheta lombarda con 49 misure cautelari. Diverse le accuse che vanno da associazione a delinquere di stampo mafioso a traffico di droga, da estorsione e minacce a violenza, passando per detenzione di armi con finalità mafiose.
Proprio l’attività investigativa ha permesso di ricostruire la cosiddetta “Locale di Rho“, elemento oggetto di indagine durante l’operazione “Infinito” datata 2010. Un modus operandi ben delineato, ora decine di arresti importanti.
La famiglia Bandiera, così come ribadito dal boss Gaetano, era tornata “con la legge ‘ndrangheta” e lo aveva ribadito chiaramente a tutti. Gli inquirenti hanno riportato alla luce alcuni episodi, datati primavera 2021, con protagonista l’ex socio del clan, tale Marco Giordano, arrestato con un etto di cocaina e successivamente scarcerato.
L’uomo avrebbe litigato con Cristian Bandiera, figlio del boss, per un presunto debito non saldato. Ritenuto “un infame“, “c’era bisogna di fargli l’azione“, si legge su la Repubblica una intercettazione di Antonio Procopio, ritenuto uno di fiducia della famiglia. E la paura dell’organizzazione è lampante anche in un altro episodio con la testa di un maiale recapitata presso un centro carni di Parabiago, sempre in provincia di Milano. L’operazione della Squadra mobile di Milano, guidata dal dirigente Marco Calì, ha portato a 49 misure cautelari.
A vario titolo pendono le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, passando per traffico di cocaina e armi. Richieste e compere di varia natura economica, una sorta di arsenale in divenire che avrebbe potuto ingrandirsi, chissà per quale vera ragione. Il clan era ossessionato dai controlli della polizia e visionava il videocitofono della palazzina di Rho per setacciare eventuali microspie nascoste.
Proprio nella zona si chiedeva il pizzo e si continuava a spacciare. L’indagine avrebbe così dimostrato come Cristian Bandiera, insieme agli affiliati Caterina Giancotti, Alessandro Furno, Barbara Lacerenza, abbiano incassato dal 2020 il reddito di cittadinanza,. Gaetano Bandiera era stato arrestato nel 2010 per l’omicidio di Artin Avrami avvenuto durante una rissa in una birreria.
Condanna a 16 anni, dal 2018 in semilibertà. Sotto le false dichiarazioni da nullatenenti, invece, c’erano vari prestanomi fra pub a Pero, bar a Vanzago e un altro a Rho. Scoperta anche una palazzina a Lainate e un’attività di vendita ambulante di panini.
Gaetano Bandiera, pur di ricevere i domiciliari e uscire da Opera, si era finto invalido, con tanto di presentazione in tribunale sulla sedia a rotelle. “Solo che, mi devo portare la carrozzella… Quella me la devo portare per forza… a fare finta che sono sopra la carrozzella“, si ribadisce nelle intercettazioni. Diverse le foto, scattate vicino casa dell’uomo, avrebbero invece constatato le reali condizioni del boss Bandiera.
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