Un nuovo farmaco potrebbe essere la svolta nella lotta ai tumori. È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente su Cancer Immunology Research. Il medicinale sarebbe in grado di veicolare gli attivatori immunitari nei tumori.
Lo studio però deve essere ancora perfezionato a causa di alcuni problemi di sicurezza che necessitano maggiore ricerca, anche se il farmaco è funzionante a livello molecolare.
Lo studio appena pubblicato è il primo effettuato sull’uomo per testare questo genere di farmaci chiamati “coniugati anticorpo-stimolatori immunitari“, ha detto il coautore della ricerca Vasileios Askoxylakis, alla guida del programma di sviluppo del farmaco alla Novartis Institutes for BioMedical Research di Cambridge. Il farmaco ha presentato, nel corso della sperimentazione, alcune criticità su cui i ricercatori stanno lavorando.
Ma l’aspetto positivo è il fatto che si è avuta la conferma che un anticorpo è in grado di portare con sé un carico immunitario nelle cellule tumorali. “Pensiamo che queste nuove intuizioni aiuteranno le aziende a sviluppare farmaci migliori“, ha aggiunto Askoxylakis.
Lotta ai tumori, ecco come funziona il farmaco NJH395
Sono due le molecole che compongono il farmaco, un anticorpo e quello che tecnicamente viene chiamato un “carico utile”. Il lavoro dell’anticorpo è quello di cercare il tumore, legandosi alle proteine sulla superficie delle cellule tumorali. Il “carico utile”, invece, è un attivatore della proteina che si trova in varie classi di cellule immunitarie.
Come è noto ai ricercatori, l’attivazione dei recettori crea una situazione diversa nell’ambiente tumorale, aumentando l’immunità contro i tumori. Il ruolo di NJH395, questo il nome del farmaco, è spiega Askoxylakis, “che il nostro (farmaco, ndc) non uccide la cellula tumorale. Attiva il sistema immunitario nell’ambiente tumorale per attaccare le cellule tumorali e ucciderle“. L’uso del sistema immunitario dell’organismo potrebbe in definitiva essere più efficace, più duraturo e meno tossico delle chemioterapie generalizzate.
Lo studio potrebbe portare a una svolta nella lotta ai tumori, anche se è al momento “troppo presto per dire” se tali tipi di medicine saranno clinicamente utili per combattere il cancro, ha aggiunto Otto Yang della David Geffen School of Medicine dell’Università della California, Los Angeles.
L’aspetto positivo di questa ricerca è che viene dimostrato come un anticorpo sia in grado di veicolare una molecola immuno-modulante nei tumori. La ricerca è stata effettuato su 18 pazienti, un numero troppo esiguo per parlare di una nuova cura essendo una scoperta allo stato preliminare.
Per rendere questo studio effettivamente determinante bisognerà dimostrare l’efficacia clinica del farmaco. C’è ottimismo.