I Mondiali del Qatar 2022 si avvicinano e con essi anche le proteste. Al centro delle critiche è finito (di nuovo) David Beckham
Cosa è successo all’ex fuoriclasse della nazionale inglese David Beckham finito nuovamente nel mirino delle proteste social e di diverse associazioni di diritti umani. Scelto come testimonial per una campagna pubblicitaria per i mondiali del Qatar, il suo ruolo però non è andato giù a molti.
Le aspre critiche nei suoi confronti si riaccendono non dandogli tregua da chi gli punta il dito contro. Non è la prima volta che l’ex stella della nazionale inglese si ritrova invischiato al centro delle polemiche social. Ma questa volta la moglie Victoria non è con lui e le polemiche non riguardano i figli e la vita di lusso che i Beckham sono soliti esporre sui social.
Questa volta, ad essere preso di mira è la sua partecipazione come “uomo immagine” in uno spot pubblicitario voluto proprio dagli organizzatori dei prossimi mondiali in Qatar. Le polemiche impazzano sui social e non solo, a criticare l’ex stella del calcio, soprattutto le associazioni umanitarie.
Backham al centro delle critiche per lo spot sui mondiali del Qatar 2022 | Cosa è successo
I Mondiali del Qatar 2022 sono sempre più vicini e con loro si avvicinano e si infervorano tante critiche. Tra quelle più discusse spunta – di nuovo – quella poco competitiva verso l’ex calciatore inglese David Beckham.
Beckham è stato testimonial di una campagna pubblicitaria per l’evento sportivo mondiale. Tutto, però, parte qualche mese prima quando, in uno spot l’ex calciatore di Manchester United, Milan e Real Madrid viene ripreso (da contratto) che attraversa le strade qatarine in moto. Poi si trova in barca, in tenda nel deserto insieme a uomini del luogo e quando visita un mercato tradizionale locale.
Ma quello che ha fatto alzare le polemiche è la cifra che Beckham ha incassato come protagonista dello spot: ben 10 milioni di sterline. Tanto è bastato a far scattare le proteste delle associazioni per i diritti umani. La violazione dei diritti base in un Paese che non riconosce le minime libertà civili.