Sta occupando le pagine di tutta la stampa americana e non solo, il braccio di ferro tra Elon Musk e i dipendenti di Twitter. Dopo la mail indirizzata loro per proporgli turni di lavoro più intensi o il licenziamento, contro il patron del social blu sono seguite dimissioni in massa.
Si è trattato di un vero e proprio ultimatum, quello che Musk ha inviato nei giorni scorsi al personale di Twitter. Dopo i primi numerosi licenziamenti decisi dall’imprenditore, l’organico dell’azienda ha subito un ulteriore dimezzamento per la fuga di circa un migliaio di dipendenti molto qualificati, tra cui numerosi ingegneri.
L’esodo è avvenuto non senza polemiche e tra gli insulti che hanno campeggiato sui muri della sede di Twitter. Un video che sta facendo il giro del web ha ripreso le immagini della protesta. Intanto senza un particolare motivo si apprende che gli uffici rimarranno chiusi fino a lunedì prossimo. La decisione è giunta dopo le polemiche delle ultime ore.
Contro Elon Musk si sono alzate vibranti le proteste dei dipendenti e sulla facciata del quartier generale di Twitter, a San Francisco, è stato attivato la scorsa notte un serpentone elettronico con cui sono state rivolte pesanti ingiurie al magnate sudafricano. Con un messaggio la dirigenza di Twitter ha invitato i dipendenti a “continuare a rispettare la politica aziendale astenendosi dal discutere informazioni riservate sui social media, con la stampa o altrove”.
Il personale coinvolto nella decisione di lasciare il social consisterebbe in circa mille persone, su un totale di 3,500. Una significativa quota riguarderebbe gli ingegneri, che non avrebbero alcuna difficoltà a trovare un posto in altre aziende, magari anche concorrenti.
Twitter starebbe registrando al contempo una emorragia di dipendenti qualificati, unitamente a migliaia di utenti risentiti per la decisione del pagamento di un canone per l’attivazione o il mantenimento del profilo. A far discutere ci sarebbe l’atteggiamento di Elon Musk, ritenuto esagerato e da padre padrone.
Il punto più acuto della protesta si è consumato come accennato fuori dalla sede di San Francisco. Il “projectionactivist” Alan Marling ha tenuto un picchetto proiettando scritte sui muri tra cui: “Questa è la prova che Musk è un idiota”. Oppure “Stop toxic Twitter” e ancora “Free Hate Speech”. Dai vertiti UE , tramite la Commissaria alla Concorrenza Mergrethe Vestager, hanno reso noto che al momento non ci sarebbe nessuna intenzione di sostituire Twitter come canale ufficiale di comunicazione.
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