Massacrate a coltellate. 3 Donne, due cinesi, una colombiana. A Roma, nel quartiere Prati, si diffonde la paura per un serial Killer. Indagini affidate alla Squadra Mobile romana. I magistrati della Capitale hanno aperto due fascicoli con l’ipotesi di reato: omicidio volontario aggravato.
A Roma, nell’elegante quartiere Prati, dopo lo shock è il giorno delle domande incessanti. Chi è stato ad uccidere? C’è una sola mano dietro i brutali omicidi delle due donne cinesi e della donna colombiana? C’è un serial Killer che si aggira indisturbato e libero nella Capitale?
E qualcuno sussurra il ricordo di un uomo spietato, che lascio’ dietro di sè scie di sangue e violenza alla fine degli anni 90: Donato Bilancia. Roma, soprattutto la Roma degli appartamenti in cui donne e trans si dedicano alla prostituzione, deve temere un simile scenario?
Come sempre, saranno le indagini a confermarlo. Molte risposte sono attese dei rilievi della polizia scientifica: dieci, forse venti, ancora di più. Non è ancora certo ad esempio il numero delle coltellate che hanno massacrato le tre donne uccise ieri. E dall’analisi dei corpi martoriati, non solo si capirà come l’assassino o gli assassini abbiano colpito, ma appunto se a colpire ripetutamente, sia stata la stessa persona. Era giorno pieno ieri, quando le tra le 11 e le 13, vengono scoperti i corpi delle vittime. Le prime due in un appartamento in via Augusto Riboty 28. Vicino al Tribunale penale di Piazzale Clodio; la terza vittima invece è stata ritrovata dalla sorella in un monolocale di via Durazzo 38, a pochi passi dagli studi televisivi de La7.
Appena 850 metri separano le due strade diventate teatro del macabro ritrovamento. Un giallo in piena regola, le cui caratteristiche però hanno spinto e stanno spingendo gli investigatori all’idea che davvero l’assassino sia uno soltanto: la breve distanza tra gli appartamenti e gli orari in cui si sono consumati i delitti. Anche in questo caso molto ravvicinati. E ultimo elemento, niente affatto trascurabile: le tre donne che hanno perso la vita erano delle prostitute. La vittima di origini colombiane, che come dicevamo è stata rinvenuta morta dalla sorella, stava aspettando un cliente. Un nuovo cliente.
A chiamare i soccorsi per le due donne cinesi è stato invece il portiere dello stabile di via Riboty. La scena era stata anche scoperta da un’ altra persona, un avvocato che nel palazzo ha uno studio legale. Il primo corpo, completamente nudo e coperto dal sangue era sul pianerottolo al primo piano dell’edificio. Un condominio elegante, come consuetudine dei palazzi nella zona Prati. Poi c’era anche il corpo dell’altra ragazza orientale, più giovane, con numerosi tagli e ferite. La terza vittima, la donna colombiana, uccisa con altrettanta crudeltà ed efferatezza, era ai piedi del letto, dove di solito si appartava con i suoi clienti.
Il coltello, che non è stato ancora ritrovato, aveva sicuramente una lama lunga ed affilata. Secondo le prime ipotesi del medico legale, intervenuto sulle scene del crimine. Le immagini sono affidate alla sezione omicidi della squadra mobile di Roma, coordinate dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Michele Prestipino. I condomini che abitano o lavorano in entrambi gli stabili, per ore sono stati interrogati dagli investigatori.
Ovviamente telefoni cellulari, computer, agende di lavoro delle vittime: tutto è finito sotto sequestro. Potrebbero esserci indizi, collegamenti, chiavi che in qualche modo potrebbero ricondurre a chi ha ucciso. Le vittime, tutte, dovevano infatti pubblicizzare la “propria attività professionale”. Sui corpi delle donne sarebbero state inoltre rintracciate tracce di liquido seminale: isolare il dna potrebbe essere utile a risalire all’identità di chi ha compiuto i delitti.
E poi da controllare ci sono tutte e immagini delle telecamere di zona. Come sembra inoltre, che un sistema di videosorveglianza, sarebbe stato montato anche all’interno dell’appartamento in cui le due donne cinesi si prostituivano. Ecco il volto del killer potrebbe essere stato immortalato. Ma al momento si tratta di mere ipotesi. E se colui che ha ucciso, lo avesse fatto già in altre circostanze? Nel mondo sommerso della prostituzione spesso accade che non si denunci.
Ci potrebbero essere persone scomparse, delle quali mai è stata data notizia. Ecco perchè chi conduce le indagini, cerca anche tra gli archivi, di personaggi noti alle forze dell’ordine. Nei database si rintracciano profili di personalità compatibili con chi, nella giornata di ieri, ha lasciato dietro di sè una lunga scia di sangue. Proprio come fanno i serial killer abituati ad uccidere.
E col trascorrere delle ore emergono particolari inquietanti sugli omicidi in zona Prati. Nessuno per il momento avrebbe chiesto notizie delle due donne cinesi, la cui identità sarebbe sconosciuta. Le vittime presenterebbero ferite alla gola, al torace, alla schiena. Marta Castano Torres, la colombiana di 65 anni trovata senza vita sempre nella giornata di ieri nello stabile di via Durazzo, potrebbe invece essere stata uccisa durante un rapporto sessuale. L’arma da taglio, probabilmente uno stiletto, l’avrebbe raggiunta al torace.
Sarà intanto affidato nelle prossime ore l’esame autoptico sui corpi delle tre donne. I pm della Capitale hanno formalmente aperto due fascicoli per omicidio volontario aggravato. L’autopsia dunque punterà a chiarire se le ferite siano state inferte con lo stesso tipo arma. Secondo quanto trapela, l’omicidio di via Durazzo sarebbe avvenuto prima delle aggressioni mortali in via Riboty. Qui l’assassino ha colpito in un primo momento la ragazza cinese con cui si sarebbe appartata per un rapporto, mentre l’altra donna, una connazionale, sarebbe stata uccisa perchè intervenuta a soccorrere l’amica.
E’ uno degli ultimi elementi emersi nelle indagini per il triplice omicidio nel quartiere Prati a Roma. Ovvero l’analisi di una chat online di incontri utilizzata da una delle vittime. Si stanno passando al setaccio tutti i contatti reperibili per capire se è tra quei nominativi presenti che si nasconde il serial killer che ieri ha ucciso le tre donne. I dati della chat verranno messi a confronto anche con l’analisi dei cellulari, altra fonte dalla quale gli inquirenti sperano di risalire quanto prima all’autore dei tre omicidi. Per gli investigatori appare certa l’aggravante della premeditazione.
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