Stupro campus universitario, il padre del 17enne che ha violentato la studentessa a Torino: “Non ce l’aspettavamo, ci è crollato il mondo addosso”.
Una serata di violenza, una pulsione irrefrenabile che ha devastato la vita e il futuro di due famiglie. Un ragazzo non ancora maggiorenne descritto come una persona “violenta” e “insensibile alla sofferenza altrui”. Incastrato dal DNA, dovrà rispondere ora di violenza sessuale su una studentessa di 23 anni nella residenza universitaria Paolo Borsellino, il 29 ottobre.
Un giovane problematico, come tanti suoi coetanei, racconta il padre in un’intervista rilasciata a La Repubblica, uno “che fa tanti casini” ma che potesse arrivare a tanto “non ce l’aspettavamo”. E’ arrivato dal Senegal nel 1991, una vita di sacrifici lavorando come muratore in un piccolo paese del Piemonte, per mantenere una famiglia con quattro figli e ora è costretto a convivere con uno dei dolori più grandi che un genitore possa affrontare.
“Mi è caduto il mondo addosso”, confessa, “penso a noi, ai problemi che dovremo affrontare con il processo, ma penso anche a quella ragazza e alla sua famiglia“. Chiede perdono “con tutto il cuore” per quello che ha fatto suo figlio. Un ragazzo sempre in mezzo ai guai, quasi da farci l’abitudine, “ma adesso ha fatto una cosa gravissima”.
Il padre del 17enne che ha violentato la studentessa a Torino: “Ecco quando sono cominciati i problemi”
Un ragazzino turbolento già ai tempi delle scuole medie, dove aveva cominciato a fumare. Il leit motiv non cambia alle superiori quando i genitori vengono convocati dal preside “perché frequentava dei ragazzi poco raccomandabili”. Poi la decisione di spedirlo un anno in Senegal “per staccarlo dalle cattive compagnie”, con risultati deludenti.