La guerra in Ucraina non si arresta e la Russia si difende dalle accuse di missili lanciati contro la Polonia: cosa emerge dal G20 di Bali. Quali sono i rischi e le conseguenze.
Nel frattempo la Russia continua ad attaccare l’Ucraina. Nelle ultime ore sono caduti 90 missili sul territorio ucraino, con conseguenti danni a imprese, edifici residenziali e sistema energetico. Ad annunciarlo è il presidente Volodymyr Zelensky che ha avuto modo di parlare anche con i vertici politici della Polonia dopo la morte di due persone.
I leader del G20 hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, affermando quanto sia essenziale sostenere il diritto internazionale e il sistema multilaterale che salvaguardi la pace. Questo è quanto emerso al termine del vertice indonesiano. I leader “deplorano con forza l’aggressione russa contro l’Ucraina“. Non è ancora chiaro se la dichiarazione sia stata concordata da tutti, specialmente visto che la Russia fa parte del G20 svolto a Bali, in Indonesia.
G20 Bali, la guerra in Ucraina preoccupa il mondo intero | Cosa sta accadendo
Joe Biden ha parlato durante il G20 di Bali, specialmente nel corso della riunione formato G7. Presenti al vertice Olaf Scholz, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Kishida Fumio, Rishi Sunak, Pedro Sanchez, Mark Rutte, Ursula von der Leyen e Charles Michel. La posizione del governatore statunitense emerge anche sui social. Fare il punto sulla situazione e al contempo decidere cosa fare nel futuro immediato, ma con prove evidenti e certosine. Biden ritiene comunque improbabile che l’esercito di Mosca abbia lanciato dei missili contro la Polonia, seppur si stia parlando di un missile di fabbricazione russa.
“Abbiamo anche ribadito la nostra continua disponibilità a ritenere la Russia responsabile dei suoi sfacciati attacchi all’Ucraina, anche se il G20 si riunisce per affrontare gli impatti più ampi della guerra. Ed esprimiamo tutti le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime in Polonia e Ucraina“, ha scritto in un messaggio riportato su Twitter.
Earlier, I met with G20 and NATO Leaders to discuss the explosion in Eastern Poland near the Ukrainian border.
We offer our full support for and assistance with Poland’s ongoing investigation. pic.twitter.com/KZcWZBo4VI
— President Biden (@POTUS) November 16, 2022
Al momento l’idea è quella di procedere con indagini approfondite, poi sarà il momento di decidere cosa fare ed eventualmente in che modo. La situazione dei missili caduti oltre il confine della Polonia arriva nella due giorni praticamente conclusa in corso in Indonesia. La bomba caduta proprio a ridosso del confine polacco-ucraino dovrebbe essere “con ogni probabilità di fabbricazione russa, ma non ci sono “prove conclusive per stabilire chi abbia effettuato il lancio“, commenta il presidente della Repubblica Andrzej Duda.
Sulla questione è intervenuto anche il premier Mateusz Morawiecki che ha subito annunciato l’innalzamento dell’allerta sui cieli del Paese. “Abbiamo deciso di incrementare l’allerta di unità selezionate delle forze armate polacche, con particolare attenzione al controllo dello spazio aereo“, ha ribadito il primo ministro.
Quali sono le possibili conseguenze
Prevista una riunione d’urgenza con la Polonia che ha chiesto il ricorso all’articolo 4 dei trattati della Nato. Nello specifico si tratta di una norma che prevede, in caso di minacce, l’avvio di consultazioni con gli altri alleati. Il Consiglio Nord Atlantico si terrà alle ore 10 di mercoledì 16 novembre 2022, a seguire altri incontri nazionali per decidere come muoversi. Ad annunciarlo è la Cancelleria della presidenza polacca, nello specifico il segretario di Stato Jacek Siewiera.
W BBN trwa analiza dotychczasowych ustaleń z dowódcami, szefami służb i sojusznikami. O 10.00 rozpoczyna się Rada Północnoatlantycka. O 11.00 Prezydent RP ponownie spotka się z Premierem i ministrami. W samo południe odbędzie się Rada Bezpieczeństwa Narodowego.
— Jacek Siewiera (@JacekSiewiera) November 16, 2022
Ma il pericolo imminente, qualora dovessero emergere possibili conferme contro la Russia, sarebbe di fatto l’articolo 5 del trattato. “Le Parti convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro“, si legge nella parte che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. L’ipotesi di invocarlo non sarebbe al momento esclusa, le indagini chiariranno in tal senso quanto avvenuto, poi si deciderà cosa fare e in qual modo.