Vieri e Adani al centro delle critiche: nel mirino la Bobo TV, trasmissione popolare su Twitch pronta a sbarcare in RAI. Cos’è successo.
Vieri e Adani, il viaggio verso il Qatar comincia con qualche turbolenza. Nel mirino finisce la Bobo TV: il contenitore è nato nel mondo social e dallo stesso trae linfa, ma non tutto quello che attira è positivo. La situazione, spesso, è complicata perchè i commenti durante le dirette non sono sempre al miele.
Gli interlocutori parlano di calcio con la consueta scioltezza da bar: una comitiva di amici, questo il senso di una trasmissione dal successo crescente. Ora che approda in RAI, anche solo per il Mondiale, la musica deve cambiare. Lo specchio social, però, rimane lo stesso: tanti non apprezzano la scelta del format per commentare i Mondiali, un utente l’ha fatto notare in maniera colorita su Instagram e Vieri – invece di non cadere nelle provocazioni – ha risposto nella maniera più pesante: “Crepa m****a”.
Vieri e Adani, insulti e minacce in Rete: la polemica arriva in RAI
Il commento appare inevitabilmente ovunque, Vieri finisce nella “trappola” degli haters: Adani prova a metterci una pezza, ma la toppa si rivela peggio del buco. Anche l’ex difensore, in privato, cade nella rete di insulti. Poi pubblica gli screenshot. La situazione potrebbe essere archiviata come polemica in Rete, ma è tutto più complicato. L’eco della trasmissione arriva fino a Viale Mazzini.
In RAI vogliono evitare che l’immagine della Bobo TV leda quella della tv pubblica. Allora le cose dovranno sistemarsi in altra maniera: il contratto è già in essere, difficile tornare indietro. Chiaramente durante le dirette televisive non sarà consentito scendere e trascendere a certi livelli: il Web è ancora una landa desolata rispetto a tempi e modi di quello che una volta era il tubo catodico.
L’etere televisivo impone una condotta diversa, sia per chi segue, ma anche e soprattutto per chi tiene le fila. Gli istinti e le reazioni vanno tenuti a freno, i commenti alla puntata saranno filtrati. Altrimenti il Qatar potrebbe essere nocivo non solo per l’Italia del calcio giocato, visto che nonostante l’assenza degli Azzurri gli sponsor in ballo sono parecchi. Il confine tra celebrità e abisso è sempre più labile.