Il Boeing 737 era precipitato nel gennaio del 2021. Aveva provocato la morte di 62 persone. Pubblicato il report sulle cause. Per 65 volte in 8 anni l’aereo aveva avuto lo stesso problema.
Era il 9 gennaio del 2021, quando il Boeing 737 partiva alle 14.30 alla volta di Giacarta, in Indonesia. 62 Le persone a bordo che stavano per compiere il loro ultimo viaggio: 43 gli adulti, 12 i membri dell’equipaggio. Un report sul disastro svela una verità sconcertante.
L’aereo era diretto a Pontianak, isola del Borneo. Si trattava di un viaggio per lo più per motivi familiari. Il Covid ancora in corso, non consentiva infatti destinazioni turistiche. Ma madri, padri e fidanzati o mariti e mogli, attesero invano che il Boeing atterrasse. Perchè a cinque minuti dal decollo – secondo i rilievi di specialisti radar – l’aereo perse 3000 metri di quota in appena 60 secondi.
Un fatto che sembrò inspiegabile, nonostante imperversassero piogge pesanti nell’area, nota come le Mille isole. Tra due di queste precipitò il Boeing 737-500 della compagnia a basso costo Sriwijaya Air vecchio di 26 anni ma considerato in buone condizioni. I suoi detriti sarebbero stati poi avvistati e in parte recuperati. La compagnia non aveva avuto incidenti di rilievo nei suoi 17 anni di servizio, ma nel 2007 era stata messa al bando dalle autorità europee dell’aviazione per inadeguata sicurezza come tutti i 59 vettori indonesiani, riammessi solo nel 2018 con nuovi standard.
La perizia sul Boeing 737 Indonesia è agghiacciante
Oggi la notizia della pubblicazione del rapporto attraverso il quale sarebbe possibile risalire alle probabili cause de disastro: l’aereo aveva avuto per 65 volte in otto anni lo stesso problema al sistema di controllo della potenza dei motori. Ma l’aviolinea non è mai riuscita a riparare il malfunzionamento. I piloti, che non sarebbero stati all’altezza dell’addestramento si fidavano nel contempo della tecnologia del Boeing e non sarebbero stati in grado di intervenire nelle situazioni di emergenze.
Altro dato niente affatto trascurabile: il comandante a bordo del velivolo e morto in conseguenza all’incidente, aveva già riscontrato il medesimo problema durante un volo del marzo del 2020.
Aereo precipitato in Indonesia, il rapporto sul disastro. Segnalato 65 volte lo stesso problema
Cosa certifica il documento? E chi sarebbe dunque il responsabile di questo terribile disastro costato la vita a ben 62 persone? A redigere il rapporto anche le autorità americane e il produttore del Boeing. Nel mirino è finita la compagnia aerea accusata di essere stata incapace di risolvere il problema che era stato segnalato, come confermato dai fogli appositamente compilati dai piloti. In modo particolare si parla del malfunzionamento dell’automanetta dei motori nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021.
Entrando più nel dettaglio del rapporto compilato: il sistema di controllo della potenza dei propulsori, di aiuto ai piloti per diminuire il carico di lavoro e dal quale dipendono anche gli input del pilota automatico, non poteva entrare in funzione: il difetto meccanico negli anni delle segnalazioni non era mai stato riparato. Subito dopo il decollo, l’aereo avrebbe iniziato a perdere quota e i piloti, senza ovviamente ottenere successo, hanno tentato di mettere il Boeing nel giusto assetto.
Ci sarebbero però 17 secondi “di buco”
Secondo chi ha lavorato alla compilazione del report e ha analizzato tutte le scatole nere. Pochi ma interminabili secondi durante i quali un comandante e il suo primo primo ufficiale avrebbero potuto riportare l’areo nella giusta posizione, se avessero avuto l’opportuna formazione. Cosa che pare sia mancata in questo caso.
Così la mancanza di preparazione unitamente ai guasti segnalati ma non riparati, ha contribuito drasticamente all’incidente. I piloti infatti si sarebbero affidati troppo agli automatismi del velivolo e non si sarebbero accorti che questo stava rovinosamente virando a sinistra.