Dopo che l’esercito russo si è ritirato da Kherson, Mosca fa i conti con la sua strategia bellica e Putin deve fare i conti con i suoi fedelissimi. Che forse, adesso, non possono più nascondere la verità dietro gli slogan della propaganda.
“E’ la peggiore sconfitta dai tempi del crollo dell’Unione Sovietica”. Sono le parole di Sergey Markov, fedelissimo del Cremlino e consigliere del presidente dal 2011 al 2019. Detta da lui, questa frase assumo una importanza tale da sottolineare la gravità della situazione. “Non sono affatto pentito, e non credo di avere esagerato. Non puoi far passare per cioccolata quel che cioccolata non è” ha detto ancora Karkov.
Si ammette la sconfitta, certo, ma si preannuncia ancora battaglia. La guerra non è finita. “La vittoria di Kherson, perché di questo si tratta, deve diventare l’ultima delle forze armate ucraine”, ha detto Khaekov al giornalista del Corriere della Sera. “La ragione della loro avanzata autunnale è la semplice superiorità numerica del loro esercito. Ma tra poco ribalteremo questo rapporto di forza, dobbiamo fare di tutto per raggiungere questo obiettivo. Perché a parità tecnica di arsenale bellico, la quantità di soldati disponibili avrà una importanza enorme”.
E mentre Karkov ammette la sconfitta, l’esercito ucraino entra festante a Kherson. Tra abbraccia, lacrime e ringraziamenti della popolazione che chiede di essere testimoni delle atrocità subite. Oggi per il terzo giorno di fila dalla liberazione russa in città si festeggia.
Ma intanto il presidente ucraino mette in guardia dai possibili restanti pericoli. “Ci sono dieci gruppi di esperti che lavorano per disattivare tutti i tipi di esplosivi”, ha detto Zelensky nel suo discorso quotidiano alla nazione. “Ne hanno già neutralizzati 2.000 tra mine, cavi elettrici e munizioni inutilizzate, perciò, fate attenzione”. Il presidente ucraino ha chiesto ai cittadini di Kherson di non rientrare subito negli edifici e di non controllare da soli la loro stabilità. Ma promette che presto verranno riallacciate elettricità e acqua.
Intanto, il vertice in Cambogia di Asean è stato l’occasione per far interagire Biden e il ministro degli esteri russo Lavrov. E’ proprio la sua portavoce Maria Zakharova a riferire che il presidente americano ha ascoltato il discorso di Lavrov. Lo ha fatto attraverso Telegram, dove ha scritto un messaggio inequivocabile. “La delegazione americana guidata dal presidente Joe Biden ha ascoltato il discorso del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervenuto al vertice dell’Asean in Cambogia”.
Secondo l’agenzia russa Ria Novisti, la foto ha comunicato al mondo che la Casa Bianca è in ascolto. I media riferiscono che Lavrov abbia detto che “gli Stati Uniti stanno cercando di dominare la regione Asia-Pacifico militarizzandola con l’ovvio obiettivo di contenere la Cina e gli interessi russi”. Da Biden non sono arrivate reazioni finora, mentre l’Ucraina già pensa a una mediazione.
“La presidenza ucraina ritiene che la Russia sarà effettivamente pronta a negoziare la pace. E a ritirare le sue truppe dal Paese dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk”, ha scritto Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky. “Politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk”, ha spiegato via Twitter Podolyak. Che poi ha aggiunto: “dall’oligarca al calzolaio, tutti si stanno formando l’opinione che è ora di finirla”.
Intanto, però, questa mattina Kiev ha dichiarato lo stato di allerta aerea in tutta l’Ucraina, dopo che dalla Bielorussia sono decollati alcuni MiG-31K, in grado di trasportare missili Kinzhal. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa ucraina Unian, precisando che la popolazione è stata invitata a recarsi immediatamente nei rifugi e a rimanervi fino a nuove disposizioni. Secondo i media locali, un Mig-31K, in grado di trasportare missili `Dagger´, è decollato da Machulishchi, nel sud-ovest della Bielorussia. Un altro jet da combattimento era decollato da Baranovichi pochi minuti prima.
Nella notte, invece, le autorità ucraine hanno evacuato i residenti del distretto di Shevchenkiv, nella regione di Zaporizhzhia. Nella zona, infatti, c’è stato un attacco con i missili Iskander-K che hanno una carica a grappolo. “Elementi esplosivi sono sparsi in tutta l’area residenziale. A causa del fatto che quel tipo di munizioni può esplodere in qualsiasi momento, è stata effettuata un’evacuazione temporanea della popolazione. Lo sminamento è in corso”, hanno fatto sapere i militari di Kiev.
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