Nuovi indizi emergono su uno dei casi più misteriosi di Roma, la scomparsa di Alessia Rosati.
Una sparizione che, in qualche modo, è stata associata a un altro caso, quello della scomparsa di Emanuela Orlandi, ragazzina di 15 anni sparita da Città del Vaticano il 22 giugno del 1983. Adesso, le nuove risultanze sulla lettera scritta da Alessia Rosati, prima di sparire, potrebbero dare un quadro più chiaro sui legami tra i due casi.
Nelle scorse ore il deputato del Partito Democratico Roberto Morassut ha “depositato la richiesta per l’istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta sui casi riguardanti l’omicidio di Simonetta Cesaroni e le sparizioni di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi. L’obiettivo non è certo quello di sostituirsi alla magistratura, ma, al contrario, offrire un contributo di indagine e approfondimento su dei fatti di cronaca che non sono riconducibili a semplici azioni criminali ma che hanno colpito in profondità e più di altri la coscienza nazionale e popolare“.
E proprio uno di questi tre casi, nelle ultime settimane, è tornato alla ribalta per una serie Netflix che ripercorre la vicenda, quella proprio di Emanuela Orlandi. Adesso, però, sviluppi su un quarto caso, quello di Alessia Rosati, sparita all’età di 21 anni, potrebbero essere importanti e utili per fare maggiore luce sulle due vicende.
La 21enne sparì anche lei da Roma, dal quartiere Montesacro dove viveva, il 23 luglio del 1994: uscendo di casa disse ai genitori che sarebbe andata ad assistere agli esami di maturità di una amica.
La vicenda di Rosati era tornata in auge nel 2019 dopo le dichiarazioni di un superteste del caso Orlandi avevano fatto emergere dei collegamenti tra le due sparizioni. Adesso altre novità potrebbero fare luce sulla vicenda di Alessia. La prima riguarda le dichiarazioni dell’amica della 21enne che non avrebbe detto di aver accompagnato a casa Alessia, probabilmente per recuperare qualcosa in vista della fuga, prima della sua scomparsa.
Alessia Rosati, secondo la grafologa la lettera sarebbe senza pressioni o obbligo
La seconda novità riguarda invece la lettera che Alessia Rosati scrisse e inviò sempre all’amica. I genitori di Alessia hanno sempre sostenuto che la missiva fu scritta contro la sua volontà e che la figlia, con essa, avesse provato a lanciare una sorta di Sos ai familiari. Una ipotesi che dopo i nuovi riscontri vacilla.
Gli spunti psicologici e comportamentali che emergono dall’analisi della lettera da parte della grafologa non evidenziano pressioni o obbligo. È la grafologa giudiziaria del tribunale di Roma Monica Manzini, come riporta il Corriere della Sera, a sviluppare questa analisi. Secondo la specialista la lettera di Alessia sarebbe autentica: nel testo si legge che aveva deciso di partire con “un ragazzo che è stato molto importante per me“, per andarsene “x l’Europa“ senza sapere “quando tornerò“.
Per la grafologa non ci sarebbe “nessun elemento oggettivo che avvalori l’allontanamento volontario oppure il fatto che la lettera sia stata scritta sotto minaccia“. Nella lettera non si evidenzierebbero “segni di terrore/paura” e “tremori, stentatezza o angolosità improvvise” nella grafia. La specialista, pur trovando alcuni spunti di fragilità emotiva, ansia, agitazione e aggressività, è arrivata alla conclusione che “Alessia Rosati nello scrivere quel testo non era terrorizzata, e questo porta a escludere che si trovasse sotto minaccia, ma al tempo stesso manifestava delle evidenti fragilità emotive e psicologiche, come se stesse per lanciarsi in una impresa al di sopra delle proprie possibilità“.
La grafologa Manzini ipotizza un nuovo scenario
La grafologa poi conclude: “L’allontanamento volontario va scartato, nonostante la ragazza esprimesse un desiderio di autonomia. Allo stesso tempo bisogna anche escludere che le ultime parole scritte da Alessia contenessero un messaggio in codice ai genitori, perché sarebbe stato più logico inviare la lettera direttamente a loro. Quindi, si può anche ragionevolmente ipotizzare un nuovo scenario: la ragazza potrebbe aver voluto far credere alle persone da cui stava scappando che andava fuori dall’Italia, per mettersi al riparo da pericoli”.