All’indomani del voto di Midterm si attendono ancora gli esiti di alcune sfide decisive per capire l’esatta composizione del nuovo Congresso americano. Ciò che è già evidente però è che non si è materializzata quell’onda rossa delle previsioni che vedevano un netto passaggio di potere a Capitol Hill a favore dei repubblicani.
Il partito di Donald Trump ha ottenuto la maggioranza, anche se per poco, alla Camera, ma resta un grande punto interrogativo relativo al Senato.
Alla vigilia del voto gli analisti avevano previsto una vittoria ampia dei Repubblicani che, seguendo i sondaggi, avrebbero avuto l’opportunità di conquistare entrambi i rami del parlamento. Così non è stato: la vittoria dei Repubblicani c’è stata, alla Camera dei Rappresentanti, ma è stata modesta.
Una proiezione di Nbc indica che i dem otterranno 214 seggi alla Camera (contro i 221 attuali) mentre i repubblicani ne avranno 221 (ora ne hanno 212), solo tre sopra il quorum di maggioranza, dopo aver strappato 13 posti con un guadagno netto di 9.
Ma la vera attesa riguarda il Senato. Il risultato della Camera Alta, però, si avrà soltanto tra qualche settimana.
Georgia, Arizona, Nevada e Wisconsin: sono i quattro Stati che tengono in bilico il futuro politico degli Usa. La conta dei voti potrebbe durare ancora giorni per via delle migliaia di preferenze espresse per corrispondenza. Quattro delle corse per il Senato ancora non attribuite, ma che sono cruciali per determinare il colore della maggioranza alla camera alta del Congresso Usa.
Per sciogliere il nodo del Senato, probabilmente servirà l’esito della Georgia, dove si è consumato un clamoroso testa a testa tra il reverendo dem Rafael Warnock e l’ex campione di football Herschel Walker. I candidati sono entrambi sotto il 50% necessario per essere eletti al primo turno e con una manciata di voti a separarli: per attribuire il seggio si tornerà a votare il 6 dicembre. Una vittoria dei Democratici manterrebbe il partito di Biden a galla per i prossimi due anni. Se i Repubblicani dovessero ottenere la maggioranza anche al Senato per il presidente americano sarebbero due anni difficili da gestire politicamente.
Intanto “Trump è furioso“, ha riferito alla Cnn un consigliere dell’ex presidente, “urla contro tutto e tutti“. Sui social invece il tycoon sfoggia ottimismo e scrive: “174 vittorie e 9 sconfitte, una grande serata. I media fake News e i loro partner democratici stanno facendo il possibile per sminuirla. Grande lavoro da parte di alcuni fantastici candidati“.
L’ex presidente, che sin dal 2020 si è speso moltissimo per queste elezioni di Midterm, non ha digerito la risicata vittoria alla Camera dei Rappresentanti e il rischio di non vincere il Senato. Le urne hanno però decretato un altro vincitore repubblicano: è il 44enne Ron DeSantis, riconfermato a valanga governatore di una Florida sempre meno swing state e sempre più rosso Gop.
Un successo che rafforza le ambizioni presidenziali di DeSantis e irrita Trump, determinato ad annunciare a breve la sua di candidatura alla Casa Bianca per il 2024. Ma il New York Post sembra segnalare che il vento è cambiato: la prima pagina è dedicata infatti proprio a DeSantis, indicato come il “futuro” del partito repubblicano a dispetto del tycoon.
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