Dopo il caso della tirocinante violentata in ospedale, arrivano le confessioni sulle molestie subite anche da parte delle colleghe della vittima. Il racconto shock avvenuto durante il percorso universitario e quelle telecamere nascoste
“Qualcuno ha messo le telecamere negli spogliatoi. Abbiamo paura a fare il turno di notte in reparto”. Con queste parole le colleghe della ragazza tirocinante all’ospedale Umberto I di Roma stuprata durante il turno di notte, confessano le vessazioni e le molestie subite nel percorso di laurea.
La violenza sessuale alla giovane studentessa di 20 anni avvenuta in uno stanzino del Policlinico Umberto I di Roma, stando ai racconti di altre ragazze, non sarebbe un caso isolato. Dopo il fatto, le colleghe tirocinanti si fanno coraggio e oggi escono allo scoperto spiegando i molti episodi di molestie e abusi subiti nel tempo nei loro confronti.
“Abbiamo paura del turno di notte. Non ci sentiamo al sicuro qui, quello che è successo alla nostra collega poteva capitare ad ognuna di noi”. Così, la goccia ha fatto traboccare il vaso e un fiume di parole accusatrici sono saltate fuori. Un orrore che nessuno mai si aspettava in un ambiente come quello di un Ospedale, ritenuto per antonomasia, sicuro e protetto.
Diverse sono le colleghe della 20enne stuprata nello sgabuzzino dell’ospedale romano dall’infermiere 55enne a parlare. Escono allo scoperto e ammettono di avere spesso paura di affrontare il turno di notte nel reparto di Urologia. L’avvocata Carla Corsetti, legale della giovane stuprata dal suo tutor, spiega: “Le studentesse sono state vittime di un sistema vessatorio e molesto che veniva esercitato nel silenzio di tutti”.
Ma quello che fa accapponare la pelle risale a qualche giorno prima dell’avvenuto abuso nei confronti della 20enne. Infatti, alcune colleghe della ragazza raccontano di aver notato la presenza di alcune telecamere all’interno dei loro spogliatoi. Non è ancora chiaro chi sia stato l’autore di quel gesto ma le studentesse hanno timore che i video registrati in quell’ambito possano essere stati venduti o, peggio, diffusi in rete per scopi puramente sessuali.
Nel frattempo le indagini sull’infermiere accusato di violenza sessuale sulla tirocinante sono in corso. Il pm ha fatto sapere che si indaga anche su possibili abusi a terze persone avvenute nel passato ma mai denunciati. La polizia ha parlato di recidiva, anche se bisognerà aspettare la conferma degli esiti delle indagini. Mentre si attendono i risultati della scientifica dell’esame del Dna sugli oggetti sequestrati nello stanzino dove è avvenuto lo stupro. La vittima intanto ha ripreso la sua vita da studentessa dichiarando: “Non mi lascerò distruggere da una bestia, non è facile ma devo riuscire ad andare avanti a testa alta”.
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