Arrivano nuove regole imposte dal governo di Giorgia Meloni sul reddito di cittadinanza. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico si dice “totalmente d’accordo alle modifiche”. Ecco quando il contributo monetario verrà revocato
Una nuova stretta arriva dal Governo Meloni sul reddito di cittadinanza. Il presidente dell’Inps Tridico è favorevole ai nuovi possibili scenari e dichiara il suo completo appoggio alla revisione del reddito di cittadinanza. “Sono d’accordo a che le erogazioni vadano effettivamente a chi ne ha diritto secondo i requisiti di legge” – queste le parole del numero uno dell’Istituto di previdenza sociale.
Nella sua totale approvazione alle nuove disposizioni dettate dal nuovo governo però, il presidente dell’Ipns sottolinea e difende l’operato svolto dall’Istituto, spiegando come “abbia svolto sempre con responsabilità e competenza le funzioni di ente erogatore effettuando controlli anche laddove non fosse previsto espressamente dalla legge”.
La stretta effettuata ieri da Fratelli d’Italia e dalla Lega ha come obiettivo quello di stanare le possibili truffe ai danni dello Stato e stringere maggiormente la cinghia sulle frodi. Che il partito di centro destra sia stato sempre contrario al reddito di cittadinanza voluto dal governo Conti e dal Movimento 5 stelle non è mai stato un segreto. Ora, con l’avanzata Meloni sull’Italia, le cose cambiano: ecco a chi verrà revocato il contributo economico.
Reddito di cittadinanza: stretta del Governo Meloni, quando verrà revocato
Il reddito di cittadinanza è stato più volte attaccato da FdI e Lega. I partiti di centro destra hanno puntato il dito contro le migliaia di truffe scaturite negli ultimi anni proprio dall’appropriazione indebita del reddito da parte dei cittadini divenute oggetto di indagini delle Procure. Ma anche con le sue criticità, il reddito è stato per molte famiglie italiane in difficoltà una misura di sostegno importante, soprattutto durante il periodo di pandemia.
Ma nella legge di bilancio l’esecutivo potrebbe già ridurre le risorse da destinare al reddito orientando il tutto verso altri obiettivi. Secondo quanto stimato dall’Inps, nei primi tre trimestri del 2022 sono stati spesi oltre 6 miliardi per il reddito e la pensione di cittadinanza. Dall’entrata in vigore del reddito di cittadinanza (aprile 2019) quasi 26 miliardi sono stati erogati dalle casse per un importo medio di 550 euro mensili per assegno.
Reddito cittadinanza: motivo della revoca
Secondo le dichiarazioni di alcuni esponenti del governo Meloni il sussidio potrebbe decadere già al primo rifiuto di un’offerta lavorativa. Mentre verrà sospeso dopo 18 mesi che la persona ancora non ha trovato lavoro. Nei primi sei mesi, però, verrà data possibilità di frequentare corsi di formazione che siano adatti al suo profilo. Durante questi mesi verrà economicamente sostenuto grazie al Fondo sociale europeo. Ma al termine di questo periodo se la persona non riuscirà ancora ad entrare nel mondo del lavoro, verrà sospeso per sei mesi.
Solo allo scadere di questi mesi potrà richiedere il Reddito di cittadinanza che lo coprirà per un anno ma con una decurtazione del 25%. Passati i 12 mesi, subirà una nuova sospensione di sei mesi. Trascorsi anche questi, il percettore potrà richiedere, per l’ultima volta, il sussidio che lo sosterrà per altri sei mesi con una nuova limitazione del 25%.