Il Governo Meloni è alle prese con alcune riforme in materia fiscale, tra cui la nodosa questione della flat tax. Ecco quali potrebbero essere i maggiori ostacoli per l’Esecutivo e i tempi di attuazione della sospirata misura.
La flat tax consiste in una tassa piatta già applicata alla platea delle partite Iva fino a 65 mila euro. Quello a cui si starebbe pensando riguarda un ulteriore rialzo della soglia fino a 90 mila o addirittura 100 mila euro.
Inoltre ci sarebbe all’orizzonte anche una flat tax incrementale per beneficiare le imprese che registrano crescite significative, e comunque su fatturato eccedente il massimo previsto, relativamente agli ultimi tre anni precedenti. In breve questi i principali obiettivia cui starebbe lavorando il Governo Meloni.
Riguardo alla misura di tassa piatta si ravvisano vivaci scambi di idee all’interno delle forze di maggioranza. In particolare c’è chi vorrebbe estenderla non soltanto tenendo presente il tema delle soglie di importo, ma anche lavorando sul piano delle categorie sociali. In proposito si indicano artigiani, piccoli imprenditori e liberi professionisti. Le istanze in tal senso sarebbero targate Lega di Matteo Salvini. Ma per trovare le coperture bisognerà fare i conti con il raschiamento del barile.
I soldi al momento disponibili dovranno essere impiegati per contrastare il caro bollette. Si farebbe strada pertanto uno scenario in cui il varo del nuovo provvedimento di flat tax potrebbe avvenire in due tempi, con anche il rinvio della ipotesi incrementale. Più concreta invece l’attuazione per le piccole partite Iva, con riferimento non più a 100 mila euro, come dapprincipio teorizzato, ma più verosimilmente fino a 85 mila euro.
La principale preoccupazione è quella di trovare le risorse economiche ma, non meno pensieri desterebbe l’eventuale nulla osta dell’Unione Europea, per nulla scontato.
Accanto alle misure di flat tax fino a 85 mila euro e nell’accezione incrementale, occhi puntati sulla riduzione del cuneo fiscale alle imprese. Stando a quanto trapelato si penserebbe a un abbattimento di ben 5 punti.
Voci di corridoio parlerebbero invece di 2 punti in manovra. Altro argomento discusso è quello poi del quoziente familiare, vera e propria bandiera di Fratelli d’Italia, il cui esordio potrebbe vedersi nel 2023. Infine anche il Superbonus: atteso il suo rinnovo per destinarlo agli interventi sulle villette unifamiliari.
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