Barbiere ucciso a coltellate sotto gli occhi della moglie, la lite in un locale e l’aggressione: un equivoco alla base dell’omicidio. La confessione dell’assassino.
Una banale discussione da bar trasformata in omicidio. Il retroscena della morte di Luigi Izzo, 38enne barbiere raggiunto da cinque coltellate, sotto gli occhi della moglie, nel vialetto di casa a Castel Volturno in provincia di Caserta, definisce meglio i contorni di una vicenda che lascia senza parole.
Tutto inizia la sera di sabato 5 novembre, quando davanti a un locale si accende una discussione che tra alcuni giovani. Tra questi il fratello di Izzo e un 27enne che nel parapiglia si procura qualche contusione e la rottura degli occhiali. Izzo si presenta sul posto intorno alle 2 di notte per placare gli animi e rassicurare il giovane, suo cliente, che il giorno dopo sarebbero andati insieme dall’ottico per riparare gli occhiali a sue spese.
La lite sembra essersi esaurita, così Izzo assieme al fratello si mettono in viaggio per rientrare a casa. Intanto, però, il padre del 27enne, allertato dalla figlia, prende un coltello da cucina e, non sapendo dove abitasse il fratello del barbiere, si dirige verso casa di Luigi. L’uomo, un 53enne incensurato, arriva assieme al figlio proprio nel momento in cui Izzo sta aprendo il cancello d’ingresso dell’abitazione e lo accoltella con 6 fendenti proprio sotto gli occhi della moglie.
Di fronte ai Carabinieri e al pm il padre del 27enne ha confessato l’omicidio raccontando di aver notato il barbiere che avvicinava la mano alla tasca del pantalone, gesto che ha fatto supporre al 53enne che Izzo stesse per estrarre una pistola. “Non ho capito più nulla, l’ho accoltellato varie volte. Pensavo avesse un’arma e volesse uccidere me e mio figlio“, ha dichiarato il killer nel corso di un drammatico interrogatorio reso nella caserma dei Carabinieri di Castel Volturno.
L’uomo si è giustificato spiegando di aver aggredito Izzo nel tentativo di “difendere” suo figlio. Il 27enne ha cercato di alleggerire la sua posizione spiegando di non sapere che suo padre fosse armato e di averlo messo al corrente dell’estraneità del 38enne barbiere alla rissa. Entrambi sono stati portati in carcere e dovranno rispondere di omicidio volontario in concorso.
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