Calci e pugni sferrati senza pietà. Così un ragazzo di soli 15 anni uccide il nonno. Poi filma tutto col cellulare. Il giovani soffriva di problemi psichici, andrà subito a processo per rito abbreviato.
Bucchianico, Abruzzo. Una ferocia e inaudita violenza. Forse scatenata da una frase come tante “Sei sempre al telefono”.
Così un ragazzino, appena 15 anni, uccide suo nonno che ne aveva 78. Calci tanti, pugni altrettanti; sedie addosso e pure un aspirapolvere. La furia del nipote si accanisce sull’anziano uomo mentre è a terra. Inerme, impossibilitato a reagire. Subisce ancora indifeso la pressione del corpo del nipote, che non pago infierisce saltellandogli addosso. Poi, come se l’orrore non fosse stato abbastanza, il giovanissimo aggressore dell’uomo, prende il telefono filma alcune scene di quello che stava compiendo. Alla fine pubblica tutto su whatsapp.
L’adolescente, che soffre di importanti disturbi psichici. Viveva col nonno materno, al quale era stato affidato. Ora per quei fatti di cui si è reso tristemente protagonista andrà a processo dinanzi al Tribunale dei minori dell’Aquila il 25 gennaio del 2023. L’aggressione al nonno risale allo scorso 6 luglio.
La decisione è stata assunta dallo stesso Tribunale per i minori, precisamente dal gip Cristina Tettamanti, che ha accolto la richiesta di rito immediato. Ovvero la possibilità che durante il processo si salti l’udienza preliminare. La richiesta era stata avanzata dal Pubblico Ministero Lorenzo Maria Destro. Il giovane aggressore dovrà rispondere di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi.
La difesa del ragazzino è affidata invece all’avvocato Roberto Di Loreto. Il giovane aggressore Era stato arrestato subito dai militari dell’Arma, poi successivamente è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare. Attualmente è detenuto presso l’Istituto penitenziario di Casal del Marmo, a Roma.
Una storia difficile, triste, assurda e inaccettabile per il tragico epilogo: un nipote che uccide il proprio nonno. E se i motivi ,che hanno portato poi l’adolescente a quello scatto di ira e violenza cieca, fossero confermati (un rimprovero come tanti perchè il tempo speso al cellulare è eccessivo e quale genitore o educatore non dice di continuo una cosa simile ai propri figli o ragazzi !), allora accettare l’aggressione all’anziano uomo sarebbe ancora più difficile.
Da anni il ragazzino viveva coi nonni materni e da anni veniva seguito dai servizi sociali. E’ in questi problemi, di certo, che si nasconde la chiave di una fine che nessuno dovrebbe poter vivere o raccontare.
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