Dall’Europa ai problemi reali del Paese. Giorgia Meloni che, come presidente del Consiglio, ha affrontato ieri il primo viaggio internazionale ufficiale, oggi presiederà un nuovo e importante Cdm: caro bollette, come aiutare gli Italiani che non riescono a pagare i rincari vertiginosi di luce e gas. Sul tavolo del Consiglio dei Ministri, sarebbero pronti 15 miliardi di Euro.
“Non sono una marziana”, ha rivendicato ieri alla stampa il presidente del Consiglio dopo il primo contatto con le istituzioni europee.
Uno degli interrogativi di oggi è quale sia il bilancio degli incontri di Giorgia Meloni dopo Bruxelles, al di là delle parole della stessa neo premier “Sono contenta del clima che ho trovato, probabilmente parlare direttamente con le persone può aiutare a smontare una narrazione che è stata fatta sulla sottoscritta e sul governo italiano. Non siamo marziani, ma persone in carne ed ossa”.
Già, persone in carne ed ossa. Esattamente come i milioni di italiani che fanno fatica ad arrivare a fine mese a causa della disoccupazione, della contrazione dei salari, del caro bollette, nonostante vada registrato per il mese di ottobre un calo del 12% sul pagamento dei consumi. E pur si muove, verrebbe da dire. No, e pur non basta, e il neo esecutivo lo sa. Il vero banco di prova arriva ora, oggi per l’esattezza col Cdm, il secondo in una settimana, durante il quale si decideranno gli aiuti per il Paese proprio sul tema del caro bollette. Ci vorrebbero proprio i marziani in questo caso!
Intanto, in attesa dei crismi dell’ufficialità, ci si basa sulle indiscrezioni filtrate in queste ore: sarebbero almeno 15 i miliardi di euro di aiuti destinati a famiglie ed imprese nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che oggi pomeriggio verrà appunto discussa in Consiglio dei ministri. Il testo sarebbe ancora al vaglio del Mef per le ultime revisioni. Si tiene, inevitabilmente e logicamente conto, dello scenario macroeconomico.
Occorre quindi grande prudenza, secondo le impostazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Le stime contenute nel documento dovrebbero mettere nero su bianco questo: gli anni più difficili per il caro bollette sono quello in corso ed il prossimo. Perchè vanno considerate le oscillazioni del prezzo delle materie prime legate al conflitto in Ucraina che purtroppo prosegue da ben 8 mesi.
Il testo, che verrà discusso a Palazzo Chigi, non potrà prescindere dall’analisi di due capisaldi: le previsioni per il 2023 con il rapporto deficit/Pil al 4,5% e la crescita programmatica al +0,6%. La Nadef sarà anticipata e servirà per orientarsi, quando nelle prossime settimane verrà definita la prossima legge di bilancio, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. Un banco di prova, come lo sarebbe per qualunque altro esecutivo. Ma è chiaro che il governo, è da questo punto di vista, estremamente attensionato, dopo i proclami in campagna elettorale.
Nelle intenzioni, se le aspettative fossero confermate, quella di destinare il 75% delle risorse per aiuti contro il caro bollette, il 25% invece dovrebbe andare ai capitoli su fisco e pensioni. Tema flat tax: sarebbe ancora in discussione la platea alla quale applicare il provvedimento. Ovviamente le domande sono: come verranno finanziati questi stessi provvedimenti? Da dove arriveranno i fondi? Revisione del reddito cittadinanza e del bonus edilizio 110%. Sono solo due delle ipotesi.
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