Si complica ulteriormente il quadro delle indagini a carico di Alessia Pifferi. Dal controllo di alcune chat gli inquirenti avrebbero rilevato un’attività speculativa della donna senza alcuna tutela per la piccola Diana.
E’ questione di ore il nuovo interrogatorio che sottoporrà Alessia Pifferi a ulteriori domande nel carcere di San Vittore. La donna è accusata di omicidio volontario per aver lasciato morire la figlia di 18 mesi, abbandonandola al suo destino sola in casa.
Diana si è ritrovata completamente sola per diversi giorni, fino al suo decesso. Un caso che ha scosso l’opinione pubblica, suscitando rabbia e condanna nei confronti della 37enne.
Alessia Pifferi chiamata a rispondere del contenuto di alcune chat
Alessia Pifferi sarà interrogata venerdì dal pm Francesco De Tommasi. Se non si appellerà alla facoltà di non rispondere, la donna dovrà fare chiarezza sul contenuto di alcune chat riscontrate dagli investigatori e che la riguarderebbero in modo piuttosto grave. A quanto pare sarebbero emerse conversazioni di messaggistica istantanea tra l’accusata e alcuni uomini che la potrebbero adesso vedere anche imputata per corruzione di minore. Contenuti scabrosi e penalmente perseguibili, come quello intercorso con un 56enne su Tinder in cui Alessia riferendosi alla figlia avrebbe scritto: “te la faccio baciare”. Ma non solo, a carico di Pifferi anche uno scenario in cui la donna avrebbe diffuso foto della bambina per chiedere denaro ai clienti. Di più si dovrà anche capire la natura di queste vicende.
Piccola Diana: una morte che non meritava
Tornando all’episodio della morte della piccola Diana, si starebbe ormai consolidando un quadro in cui il decesso sarebbe avvenuto per assunzione di droga. Quindi non come emerso dapprincipio a causa di stenti. L’ipotesi investigativa protenderebbe per una dinamica in cui alla bambina sarebbero state somministrate pesanti dosi di benzodiazepine, risultate poi determinanti.
I fatti si sarebbero svolti in concomitanza con gli incontri della madre con uomini contattati su Tinder e conosciuti in un monolocale nella periferia milanese.