Paolo Villaggio, Fantozzi e non solo. Il carico da undici lo mette Eva Robins, prima transgender alla ribalta in Italia, cos’ha rivelato.
La cosa più trasgressiva che s’immagina pensando a Villaggio, probabilmente, è quando si lancia dalla finestra per prendere un autobus in corsa: “Non l’ho mai fatto – recita all’interno di quel capolavoro cinematografico che è Fantozzi – ma l’ho sempre sognato”. Paolo Villaggio, dai sogni, è passato alla realtà: quella di un attore di successo e compositore stimato. Uomo in grado di avere tutto nel suo periodo d’oro e probabilmente tutto si è preso. Senza sconti. Tuttavia il tempo ha consegnato alla storia la figura di un personaggio mite, profondo e timido.
Correlato a una sobrietà che sembrava quasi finta. Qualità che sicuramente avrà avuto, ma Villaggio – e questo non è assolutamente motivo di scandalo – era anche una persona fortemente libidinosa. Amava gli eccessi, in particolare nell’intimità. Villaggio adorava sperimentare. Lo sa bene Eva Robins, all’anagrafe Roberto Coatti, prima transgender giunta alla ribalta in Italia: la donna (perchè è così che si sente) non ha ultimato la transizione per scelta. Tuttavia ha sempre avuto un grosso manipolo di amanti: “Accade da quando ho 16 anni, c’è stato anche del meretricio, amo la seduzione”.
Paolo Villaggio, Eva Robins a Belve confessa: “Ci ho passato la notte, voleva che…”
Tra tanti estimatori – diciamo così – c’era anche Paolo Villaggio. “Ci siamo conosciuti molti anni fa – racconta – a una sua festa. Venne fuori che ‘la piccolezza’ (cioè io) aveva pure l’attrezzo. Da quel momento mi inseguì, anche un anno in Sardegna, per una cosa a tre con la moglie. Io dissi no: in tre siamo troppi. Con lui solo una notte d’amore, mi pregava di mostrargli l’attrezzo”.
Un misto fra delicatezza e realismo il ritratto offerto da Eva Robins a Francesca Fagnani, nel corso della trasmissione Belve. La giornalista non fa sconti e la Robins risponde a tono, senza eccedere, tirando fuori tutta sé stessa e la parte più profonda che cela un mutamento della personalità. Il “sasso” lanciato contro Paolo Villaggio apre ulteriori scenari: quel che ha fatto, oggi, non stupisce più di tanto.
La vicenda, tuttavia, risale agli anni Ottanta e Novanta. Periodo in cui certe scelte avevano ancora il suo peso. “Fardello”, per così dire, che Villaggio ha sempre portato con discrezione. Il privato rimaneva tale, sicuramente non si annoiava, come testimonia lo stuzzicante racconto della Robins. L’alter ego del ragionier Fantozzi è un uomo dai mille risvolti. Alla faccia delle sfumature di grigio, Villaggio era – e resta – un arcobaleno di colori.